Omicidio di Meredith Kercher: storia del delitto di una studentessa che amava l’Italia
E' la notte tra il 1 e il 2 novembre 2007 a Perugia quando Meredith Kercher viene uccisa. Viene trovata il giorno dopo senza vita nella sua camera, sgozzata. La ventiduenne inglese era arrivata nella cittadina umbra a settembre con il programma Erasmus; desiderava ultimare i suoi studi del corso di laurea in "European Studies" in Italia. La sua era la classica vita della studentessa straniera in Italia: una vita fatta di studio, nuove amicizie, serate di divertimento nei locali. Condivide l'appartamento perugino con altre studentesse, straniere come lei, tra cui Amanda Knox, americana di Seattle. Knox The Fox, come verrà definita nel corso della sua vicenda per la sua furbizia, è uno dei personaggi chiave all'interno dell'intera storia. Sin dai primi giorni dell'inchiesta sul delitto della studentessa inglese si guadagna facilmente l'appellativo di bugiarda, per via delle sue dichiarazioni
discordanti. Dapprima conferma che nella notte in cui Meredith è morta lei non era in casa; pochi giorno dopo verrà smentita dal racconto del suo fidanzato, Raffaele Sollecito, 24 anni di Bari. Il pugliese, pur affermando di aver passato parte della serata con la Knox, confessa agli inquirenti che i due non sono rimasti assieme fino al mattino e che a una certa ora si sono separati. A quel punto, the Fox, nel tentativo disperato di restare fuori dall'orrendo crimine, chiama in causa Patrick Lumumba, proprietario del locale "Le Chic". Dice che il congolese aveva un debole per Meredith e dopo essersi dati appuntamento in piazza, si sarebbero recati (Amanda, Sollecito e Lumumba) nell'appartamento delle 2 ragazze con l'intenzione di "divertirsi un po'". Una volta nell'appartamento di Via della Pergola Sollecito e la Knox si sarebbero appartati della stanza dell'americana mentre dopo poco Amanda avrebbe udito delle urla di Meredith: Patrick l'ha uccisa.
Ben presto si scoprirà che Amanda ha nuovamente mentito: Lumumba è completamente estraneo alla vicenda. Ciononostante ha dovuto affrontare 14 giorni di ingiusta reclusione in carcere, per cui ha ricevuto un risarcimento di 8 mila euro. Perugia sembra essere soddisfatta, chi vive lì non aveva creduto alle parole della Knox. Lumumba era conosciuto per essere un uomo mite, simpatico: si era trasferito nella cittadina umbra per studiare Scienze Politiche ma non era riuscito a laurearsi. Ciononostante un ruolo a Perugia se l'era guadagnato: era lui l'animatore della comunità straniera, organizzava feste, faceva incontrare studenti straniere, creava legami.
Per Amanda Knox e Raffale Sollecito, dunque, il quadro accusatorio si complica in maniera irreversibile quando i Ris trovano la prova regina: su un coltello ritrovato nella cucina di Raffaele Sollecito vengono ritrovate tracce biologiche sia di Meredith che di Amanda. I legali del pugliese tentano di addossare tutta la responsabilità su Amanda ma nel monolocale di Sollecito, oltre al coltello vengono ritrovati numerosi elementi che confermano l'ipotesi di un suo coinvolgimento diretto nel delitto. Primo fra tutti la presenza di due bidoni di candeggina e diversi stracci e spugnette, utilizzati per tentare di ripulire la scena del crimine.
Dopo poco, ancora una volta saranno le analisi scientifiche a introdurre una figura nuova nel delitto, si tratta di uno straniero: la sua presenza sul luogo del delitto è confermata dall'impronta del suo pollice insanguinato sul cuscino trovato sotto il corpo di Meredith. Viene emanata un'ordinanza d'arresto europea per concorso in omicidio e violenza sessuale: Rudy Guede è fuori dall'Italia ma la sua fuga termina il 20 novembre del 2007 a bordo di un treno che lo stava portando in Germania. Dopo qualche giorno di parapiglia con l'Interpool Rudy torna in Italia: qui verranno confermate a lui le accuse. Intanto nell'appartamento della studentessa inglese verranno individuate tracce genetiche sue così come anche nel tampone vaginale; per gli inquirenti il quadro sembra chiaro: Guede ha violentato Meredith e successivamente insieme a Raffaele e Amanda l'ha uccisa. Ma l'ivoriano si dichiara innocente: dice di essersi appartato con la studentessa inglese quella sera e mentre si recava in bagno ha udito Meredith urlare. Uscito dal bagno (dove verranno rilevate numerose tracce della sua presenza) dice di aver incrociato uno studente bianco, che non è in grado di riconoscere, e che dopo aver compiuto il delitto gli avrebbe sussurrato queste parole:- "Sei fregato, negro trovato, negro condannato". Così decide di partire, perché non vuole diventare capro espiatorio di una vicenda cui era totalmente estraneo. Gli inquirenti, però, trovano molti buchi in questa versione: chi avrebbe aperto a questo fantomatico studente? Chi avrebbe ripulito l'appartamento? Perché i cellulari di Meredith sono stati trovati a un chilometro di distanza?
Si avvicina Natale e in Inghilterra vengono celebrati i funerali di Mez, cui è vietata la presenza dei giornalisti. Intanto le prove a sostegno del coinvolgimento di Sollecito e Knox nel delitto della studentessa inglese si moltiplicano: Amanda si sarebbe lavata le mani sporche di sangue in uno dei bagni dell'appartamento, mentre sul gancetto del reggiseno di Meredith viene trovato il profilo genetico di Raffaele Sollecito. Le indagini proseguono, anche il pc di Sollecito viene setacciato da cima a fondo e nel marzo del 2008, arriva la "confessione" di Guede. A 4 mesi dal suo arresto in Germania, dopo aver più volte detto di non sapere chi fosse l'assassino di Meredith, Rudy scarica la colpa del delitto su Amanda e Raffaele. Nel luglio del 2008 arriva la richiesta di rinvio a giudizio per Amanda, Raffaele e Rudy da parte dell' ufficio del Gip dei pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi: i pm sono persuasi del fatto che, pur essendoci molte tracce a testimoniare la presenza di Guede nell'appartamento, in realtà sono Raffaele ed Amanda ad avere un ruolo più consistente nella vicenda: sono loro che avrebbero cercato di ripulire la scena del crimine, sono loro ad aver simulato il tentativo di furto, e sempre loro avrebbero portato via il coltello col quale avrebbero ucciso Meredith. Tutti e tre, invece, l'avrebbero uccisa e violentata, fermo restando un maggiore coinvolgimento dell'ivoriano.
Un anno dopo arriva la prima sentenza: con il rito abbreviato Guede viene condannato a 30 anni di reclusione mentre nella stessa seduta i due fidanzati vengono rinviati a giudizio. Dopo mesi di fiction sul delitto, accuse internazionali alle giustizia italiana, rea di maltrattare Amanda Knox, arriva il verdetto anche per lei e il suo fidanzato: la Corte di Assise di Perugia alle 00.05 del 5 dicembre 2009, quando sono ormai trascorsi oltre due anni da quel tragico 1 novembre, condanna Amanda e Raffaele rispettivamente a 26 e 25 anni; negato l'ergastolo, come avevano invece richiesto i pm. La Corte riconosce le attenuanti vista la giovane età e la circostanza di essere entrambi incensurati. Cinque milioni di euro come risarcimento per la famiglia, 40 mila a Lumumba per essere stato ingiustamente accusato. Gli imputati accolgono la sentenza con stupore, Amanda è profondamente addolorata, Raffaele è impietrito. L'opinione pubblica, invece, protesta: gli anni che dovranno scontare sembrano una pena troppo lieve, che sicuramente potrebbe essere riformata di molto nel processo di Appello.
La sentenza di condanna per Raffaele Sollecito e Amanda Knox
La decisione della Corte d'Assise in merito al delitto di Meredith Kercher.
Poche settimane dopo, intanto, è la volta dell'Appello per Rudy, mentre si infiamma la polemica tra Italia e Usa sui test biologici che, a detta degli americani, non furono condotti con la perizia necessaria. Al giovane ivoriano la Corte d'Appello concede uno "sconto" di 14 anni, la sua pena passa dai 30 anni iniziali a 16, il giudece gli concede le attenuanti generiche che gli erano state negate in primo grado. Lui e i suoi legali non sono soddisfatti perché Rudy è innocente. Dicono che faranno ricorso in Cassazione. Nel marzo del 2010 si fa avanti Mario Alessi, il manovale colpevole del rapimento e dell'uccisione del piccolo Tommaso Onofri, che proprio in questi giorni ha testimoniato nel processo sull'omicidio di Meredith. Tempo prima ha condiviso la cella con Rudy Guede nel carcere di Viterbo, dove secondo quanto racconta Guede gli avrebbe confessato l'estraneità di Raffaele ed Amanda al delitto e il coinvolgimento di una quarta persona, mai sfiorata dalle indagini. Si tratterebbe di un amico di Guede. I dubbi sulla veridicità della dichiarazioni di Alessi sono molti: Rudy smentisce e anche il suo legale.
La testimonianza di Mario Alessi
Alessi ha testimoniato al processo per l'omicidio di Meredith Kercher
Intanto nel dicembre del 2010 arriva anche la sentenza della Corte di Cassazione: i giudici confermano la condanna a 16 anni per l'ivoriano; inoltre il sostituto procuratore della Cassazione Antonio Guastanella definisce il ricorso come: «finalizzato a scomodare questa Corte con osservazioni irrilevanti». Negli ultimi mesi, sui reperti attorno ai quali ruotava la prova della colpevolezza di Raffaele e Amanda, i professori chiamati in causa per ulteriori analisi, non hanno trovato tracce riconducibili ad una prova schiacciante della colpevolezza dei due: sul coltello la traccia sarebbe misera mente il gancetto del reggiseno al momento delle analisi, nel marzo di quest'anno, sarebbe totalmente arrugginito.
In questi giorni si è aperto il processo dinanzi alla Corte d'Assise d' Appello: i testimoni ascoltati finora, tra cui ricordiamo Alessi, sembrano essere inattendibili e la verità forse ancora lontana. Il grande interrogativo sull'intera vicenda resta comunque il movente. Perché 3 giovani hanno deciso di spezzare la vita di Meredith quella notte tra il 1 e il 2 novembre del 2007? Siamo di fronte all'ennesima storia in cui la grande protagonista è la deriva comportamentale giovanile, dove a farla da padrone sono sesso, droga e alcol? O c'è dell'altro?
Non resta che augurarsi che quest'ultimo processo sia la chiave di volta affinché venga finalmente fatta giustizia. Per la sua famiglia e per lei, la studentessa che amava l'Italia.
Lunedì 3 ottobre arriva la sentenza di secondo grado. In serata la Corte d'Assise d'Appello di Perugia dà il suo verdetto: Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono innocenti. La sentenza di primo grado viene quindi completamente ribaltata. Ma la storia non si fermerà qui: l'ultima parola sull'omicidio di Meredith Kercher spetterà infatti alla Cassazione, cui i pm hanno annunciato di ricorrere.