Omicidio di Firenze. Idy Diane ucciso da tre colpi di pistola. L’assassino chiede perdono
Idy Diene, l'uomo senegalese ucciso lunedì a Firenze, è stato raggiunto da tre colpi di pistola. A rivelarlo è stata l'autopsia sul suo cadavere effettuata dai medici dell'Istituto di Medicina Legale, secondo cui due proiettili l'hanno ferito alla spalle e al torace e il terzo, quello fatale, ha colpito l'ambulante alla testa. Roberto Pirrone, l'assassino, ha esploso più di tre colpi verso Diene sul ponte Vespucci, ma i primi sono andati a vuoto, forse finendo nel fiume Arno. Secondo le ricostruzioni fatte dagli inquirenti, l’ex tipografo – riducendo la distanza camminando verso il senegalese – è riuscito a ferirlo e poi ucciderlo premendo il grilletto della pistola che usava nel tiro a segno sportivo, sport che praticava da qualche tempo in un poligono. Inoltre, sempre secondo quanto appreso, le indagini proseguiranno anche con la raccolta delle testimonianze della moglie e della figlia di Pirrone, che gli investigatori della polizia potrebbero sentire tra oggi e domani e che potranno ricostruire meglio il contesto in cui è maturato il delitto.
Pirrone: "Chiedo perdono alla compagna di Idy Diane"
Nel frattempo Roberto Pirrone, chiuso nel carcere di Firenze, è stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia dal gip Alessandro Moneti, al quale avrebbe detto in lacrime: "Vorrei buttarmi ai piedi della moglie dell’uomo che ho ucciso e vorrei chiederle perdono. So di aver dato un dolore immenso”. L'assassino di Idy Diene si è detto “dispiaciuto, disperato” per quello che ha fatto. “Ogni volta che penso a sua moglie mi metto a piangere”, ha dichiarato. Il gip ha chiesto a Pirrone se a determinare la sua scelta di colpire Diene vi fossero state motivazioni di carattere "razziale", ma l'ex tipografo ha confermato la versione già fornita in precedenza: “Non gli ho sparato perché è un nero. Non ci ho neanche pensato, ho sparato al primo che passava”. Poi ha aggiunto: “Sono amico di alcuni senegalesi che vivono qui a Firenze e che conosco”.
Roberto Pirrone ha confermato quanto già dichiarato nelle ore immediatamente successive all’arresto dopo essere stato condotto in questura. Lo stress per i debiti e le liti in famiglia dovute ad un sopravvenuto disagio economico avrebbero costituito il contesto che ha portato l’ex tipografo a decidere di suicidarsi e poi, cambiando intenzione, ad uscire di casa armato di pistola sparando per uccidere, così da finire in carcere e liberarsi in questo modo dalla pressione dei creditori.