Omicidio Davide Bifolco, l’autopsia: “Proiettile entrato nel torace e uscito nell’area lombare”
Sono stati resi noti i primi risultati dell'autopsia sul corpo di Davide Bifolco, il ragazzo di Napoli ucciso da un carabiniere nel rione Traiano. Secondo i medici il proiettile è entrato nella zona dell'emitorace sinistro, mentre è uscito nella regione lombare destra. Un quadro, benché ancora provvisorio, che di fatto conferma quanto raccontato ai microfoni di fanpage da un infermiere dell'ospedale San Paolo di Napoli che ha visto il cadavere del 16enne: "Abbiamo verificato che c’era il foro d’entrata e il foro d’uscita del proiettile”. Il primo è “all’altezza del torace”; il secondo, invece, in “basso schiena, sotto le costole”. Un altro infermiere ha quindi dedotto: "Se c’è un foro all’altezza del torace ed esce qua dietro (fa segno dietro le costole, ndr) vuol dire che il ragazzo era a terra, era abbassato”. Un'ipotesi che dovrà essere confermata dagli inquirenti ma che, se vera, apre a scenari drammatici: quando è stato ucciso Davide non stava scappando, ma probabilmente era già a terra.
L'avvocato Anselmo: "Dall'autopsia prematuro trarre conclusioni a conferma o a smentita delle varie tesi".
Fabio Anselmo, legale della famiglia di Davide Bifolco, ha dichiarato: "‘Alle 12.30 ho assistito insieme con i consulenti all'esame esterno del cadavere. Sono sereno perché per la prima volta noto con soddisfazione che a differenza di altre situazioni vi è un totale accordo tra i consulenti: l'esame ha evidenziato il foro d'entrata del proiettile in petto ed il foro d'uscita alla schiena. Questo elemento ed il risultato della Tac di ieri sono punti di partenza molto solidi per le successive indagini". "Ritengo – ha aggiunto il legale – assolutamente prematuro e completamente sbagliato trarre conclusioni a conferma o a smentita delle varie tesi".
Sui funerali di Davide Bifolco ancora nessuna decisione
Nel frattempo i familiari del ragazzo non hanno ancora deciso dove verranno celebrati i funerali. Parlando con dei giornalisti hanno sottolineato come la chiesa del rione Traiano, dove abitava la giovane vittima, è "troppo piccola" per accogliere tutte le persone attese per i funerali. "Oggi al Policlinico – dicono – ci siete solo voi giornalisti e siete già tantissimi, pensate quanta gente ci sara'".
Il carabiniere che ha sparato: "Chiedo perdono"
In attesa che venga fatta luce sulla vicenda il carabiniere che ha aperto il fuoco ieri ha rilasciato un'intervista a Repubblica: “Sono addolorato. Con pudore voglio chiedere alla famiglia di Davide perdono. Consapevole che niente e nessuna parola potrà attutire il dolore, che segnerà per sempre anche la mia vita”. Il militare ha raccontato: “Avevo il colpo in canna perché inseguivamo un latitante (sul motorino con i due giovani c’era anche un terzo ragazzo, ndr). Non ho mirato contro Davide, ma sono inciampato". Si sarebbe quindi trattato di "un terribile incidente questa tragedia è stata la conseguenza impensabile, umanamente inaccettabile, di un incidente”.
Il latitante: "Quella notte io non c'ero"
Anche sulla presenza del latitante sul motorino si sono aperti interrogativi. A quanto pare, infatti, non c'era nessun "fuggiasco" quella notte con Davide Bifolco: “Un’ora prima del fatto – ha raccontato al Fatto Quotidiano Arturo Equabile, il latitante che i militari stavano cercando – sono venuti i carabinieri nella casa dove stavo. Erano con le pistole in pugno e gridavano apri, bastardo. Ho avuto paura e sono scappato in un’altra casa. Dopo tre quarti d’ora ho saputo che in un’altra parte del quartiere c’era stata la sparatoria”. Equabile ha anche rivelato perché i carabinieri lo stavano cercando: “Sono latitante per un furto che non ho commesso… ho spezzato i domiciliari e i carabinieri sono incazzati con me perché non riescono a prendermi”.