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Omicidio Ceste, il marito in carcere scherza con un’amica: “È come stare in vacanza”

A poche ore dalla celebrazione della prima udienza del processo di appello che vede Michele Buoniconti imputato dell’omicidio della moglie Elena Ceste, il programma ‘Chi…
A cura di Angela Marino
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A poche ore dalla celebrazione della prima udienza del processo di appello che vede Michele Buoniconti imputato dell'omicidio della moglie Elena Ceste, il programma ‘Chi l'ha visto?' ha mandato in onda alcune immagini del vigile del fuoco, riprese dalle telecamere del carcere mesi prima. Il corpo della moglie 36enne era stato ritrovato da 4 mesi nelle campagne astigiane, a due chilometri dalla villetta dove l'uomo viveva con la moglie e i quattro figli piccoli, quando Michele riceveva in carcere la visita di una amica. Si tratta di una donna sposata, conosciuta in rete dopo l'incriminazione per l'omicidio, con la conseguente attenzione dei media sul caso. La donna è solo una delle tante che hanno scritto al presunto uxoricida dopo le accuse. Con moltte di loro l'uomo ha cominciato a intrattenere lunghi scambi di messaggi.

‘Se sei innocente perché sei ancora in galera?'

I due, che si trovano nel parlatoio del carcere per un colloquio, ridono e scherzano con grande confidenza, senza fare riferimenti alla defunta moglie e alla sua morte violenta, se non in riferimento alla vicenda giudiziaria in cui è implicato l'uomo. I due si tengono la mano mentre Buoninconti rassicura la donna di stare bene nonostante il regime carcerario. "È come stare in vacanza, non mi sono mai rilassato tanto", dice. Ancora scherzando riferisce alla donna di un ammonimento del suo legale: "L'avvocato mi ha detto: ‘Mi raccomando: basta donne'". Poi la conversazione si fa più seria: "Perché, se sei innocente, sei ancora in galera?" gli chiede la donna. "L'avvocato ha presentato il ricorso" si difende l'uomo, dopodiché la conversazione torna leggera e scherzosa.

Il caso Elena Ceste

La prossima udienza al tribunale di Torino si terra il 25 gennaio 2017. Buoninconti era stato condannato il primo grado a 30 anni di reclusione per omicidio e occultamento di cadavere. Secondo la tesi dell'accusa il pompiere avrebbe ucciso la moglie durante un litigio il 24 gennaio del 2014 denunciandone poi la comparsa. Il corpo di Elena è stato trovato il 18 ottobre successivo nello scolo del rio Mersa, non lontano dalla casa della famiglia Buoninconti- Ceste. La vittima era stata strangolata.

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