Trentuno anni fa l’omicidio mafioso di Carlo Alberto Dalla Chiesa
Trentuno anni fa, il 3 settembre 1982, la mafia alzava il tiro, uccidendo il generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, trucidato in via Carini a Palermo con la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo. Il prefetto di ferro, già protagonista della lotta al terrorismo viene ammazzato perché con la sua azione di tolleranza zero stava mettendo in ginocchio i clan siciliani. "Mentre Roma discute, Palermo è espugnata" tuona il cardinale Salvatore Pappalardo parafrasando Sallustio. Dalla Chiesa aveva chiesto poteri speciali nel contrasto alle mafie. Poteri che gli erano stati negati e che dopo il suo omicidio saranno concessi al suo successore, Emanuele De Francesco. I mandanti dell'agguato, ordinato da Cosa Nostra, furono identificati nei capi mafia corleonesi Totò Riina, Bernardo Provenzano, in Michele Greco, "il papa", Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci.
Oggi, a trentun'anni da quel terribile fatto di sangue, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al prefetto di Palermo, Francesca Cannizzo, rinnova il commosso omaggio alla loro memoria: "Il Generale Dalla Chiesa si identificò pienamente con la battaglia in difesa dello Stato democratico e delle sue istituzioni, assurgendone a simbolo per la ferrea determinazione e la coerenza nell'adottare innovative strategie e nel condurre quindi una più incisiva ed efficace azione contro le organizzazioni terroristiche e mafiose". Carlo Alberto Dalla Chiesa, è stato ricordato con una messa nella chiesa di San Giacomo dei Militari, all'interno della caserma a lui intitolata, sede del Comando Carabinieri Sicilia, in via Vittorio Emanuele. Alla celebrazione hanno partecipato il ministro dell'Interno e vicepremier Angelino Alfano, il prefetto Francesca Cannizzo, il presidente del'Ars Giovanni Ardizzone, i magistrati Ignazio De Francisci, Francesco Messineo, Roberto Scarpinato. Al termine della messa è stato proiettato un filmato con un'intervista al generale dei carabinieri.