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Obama: “Non ho ancora deciso sulla Siria, ma Assad riceverà duro colpo”

Il presidente parla della crisi in Siria e di un possibile intervento militare nel corso di un’intervista a una emittente statunitense: “L’uso di armi chimiche contro i civili colpisce anche gli interessi degli Stati Uniti”. Ma assicura che non sarà un nuovo Iraq.
A cura di Susanna Picone
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Sul possibile intervento militare in Siria non è stata ancora presa una decisione da parte dell’America. A dirlo, parlando della crisi nel Paese di Assad all’emittente Pbs, è stato il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. “Non abbiamo ancora preso alcuna decisione, ma quando e se la prenderemo, l’intervento in Siria sarà limitato, non vogliamo un lungo conflitto”. Per l’America di Obama non ci sono dubbi che sia stato il regime di Assad – che a suo dire riceverà un durissimo colpo – a colpire la popolazione con le armi chimiche lo scorso 21 agosto. Vogliamo che il regime di Assad – ha detto Obama – “comprenda che usare armi chimiche su larga scala contro il proprio popolo, contro donne, bambini, non infrange solo le norme internazionali, e ogni standard di decenza, ma crea anche una situazione in cui gli interessi nazionali degli Stati Uniti vengono colpiti e questo deve cessare”.

“Nessun interesse a partecipare alla guerra civile siriana” – Obama, nel corso dell’intervista, ha usato toni molto duri ma ha voluto comunque rassicurare gli americani affermando che l’eventuale intervento militare in Siria non sarà lungo, non sarà “un nuovo Iraq”: in Siria – ha detto il presidente – “possiamo utilizzare un approccio che non ci faccia ripiombare in una lunga guerra, o una ripetizione dell’intervento in Iraq. Gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a partecipare alla guerra civile siriana”.  Obama ha assicurato che intanto la discussione prosegue come anche le consultazioni con gli alleati e di aver ricevuto “le opzioni militari e informative dall’intelligence”. Oggi alcuni funzionari della Casa Bianca aggiorneranno della situazione in Siria anche i leader di Senato e Camera.

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