Obama espelle dagli USA 35 agenti segreti russi: “Hanno hackerato il voto in USA”
Torna alta la tensione tra Stati Uniti e Russia: dopo aver annunciato nuove sanzioni contro Mosca – accusata di aver interferito nelle ultime elezioni USA favorendo il repubblicano Donald Trump – Barack Obama ha annunciato l'espulsione di trentacinque agenti dei servizi segreti russi che agivano sotto copertura diplomatica. Tutte le spie sono accusate di aver hackerato il voto dello scorso 8 novembre. Lo rende noto il New York Times, spiegando che l'amministrazione Obama ha anche adottato provvedimenti sui due servizi di intelligence russi (Fsb, il controspionaggio, e l'Svr, lo spionaggio all'estero) inclusi 4 alti ufficiali dei servizi militare (Gru) che – è opinione della Casa Bianca – hanno dato il via libera all'attacco al Comitato Democratico. Attacco che dimostrò, a quattro mesi dal voto, come i vertici del Partito stessero facendo di tutto per ostacolare il senatore del Vermont, Bernie Sanders e favorire Hillary Clinton durante la primarie. Rivelazioni che provocarono le immediate dimissioni del presidente del Partito, Debbie Wasserman Schulz.
Le sanzioni, ha dichiarato il Presidente Obama, "sono una risposta ai tentativi russi di nuocere agli interessi americani". Il democratico ha ribadito che la questione è così grave che "tutti gli americani dovrebbero essere allarmati dalle azioni russe". I funzionari della Casa Bianca, inoltre, hanno annunciato che mostreranno e le prove che collegano i ciber-attacchi alla rete di computer usati dall'intelligence russa.
Secondo il New York Times il provvedimento adottato da Obama è il più duro mai assunto contro un paese straniero in seguito ad atti di pirateria informatica. Le sanzioni, inoltre, avrebbero lo scopo di mettere in difficoltà il presidente eletto Trump che da sempre ha messo in dubbio che il governo russo abbia avuto un ruolo nell'hackeraggio del Partito democratico. Trump, che si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio, avrà da quel momento il potere di revocare le misure adottate da Obama esponendosi, se lo farà, a durissime critiche.