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Usa verso il default: senza un accordo giovedì sarà catastrofe

Negli Stati Uniti la crisi fiscale ha raggiunto un punto di non ritorno: senza un accordo fra democratici e repubblicani giovedì arriverà il default del Governo federale.
A cura di Redazione
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Giovedì sarà "catastrofe". Non poteva essere più esplicito il segretario al Tesoro Usa, il democratico Jack Lew, per descrivere ciò che potrebbe accadere nel caso in cui naufragassero definitivamente le trattative tra democratici e repubblicani per tamponare lo shutdown del governo federale. Una situazione in cui a regnare sono però incertezza e tensione (come evidente dal nervosismo al Congresso, culminato in una rissa che ha visto coinvolto anche un deputato democratico). Come riportato da Roberto Festa sul Fattoquotidiano, a giocare un ruolo decisivo in queste ore saranno i capigruppo al Senato Harry Reid (democratico) e Mitch McConnell (repubblicano) che si confronteranno su possibili alternative alla bocciatura del piano presentato dalla senatrice repubblicana Collins che "prevedeva di innalzare il tetto del debito sino al 31 gennaio, finanziare le agenzie del governo federale per altri sei mesi, mantenendo però la clausola del cosiddetto sequester, cioè i tagli automatici alla spesa decisi nel 2011; previsti dalla Collins alcuni aggiustamenti “minori” alla riforma sanitaria di Obama, come per esempio il rinvio di due anni per la tassa sui dispositivi medici".

Una proposta bocciata dai democratici, ma che comunque non aveva convinto nemmeno gli ultraconservatori repubblicani al Congresso, i quali rappresentano il vero "problema" per Obama, dal momento che senza il loro appoggio appare arduo pensare di far passare provvedimenti che riguardano il Governo federale. Il punto è che nel frattempo lo shutdown continua a rappresentare un problema enorme, sia per i tanti lavoratori direttamente coinvolti (le prime stime parlano di circa 800mila nuovi disoccupati), sia per i cittadini che usufruiscono dei servizi delle agenzie governative. A destare particolare scalpore, ricorda Festa, è la situazione dei "National Institutes of Health, il centro di ricerca più grande al mondo, hanno lasciato a casa almeno due terzi dello staff medico e in questo periodo non accettano nuovi pazienti e non fanno partire i protocolli di cura. Ciò significa che almeno 200 pazienti alla settimana non sono ammessi alle cure. Trenta di questi sono bambini, e almeno dieci soffrono di cancro. Le loro immagini stanno in queste ore facendo il giro delle televisioni nazionali".

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