Nuova Zelanda, la decisione dell’attentato dopo la sconfitta in Francia di Marine Le Pen
L’attentato in Nuova Zelanda, a Christchurch, che ha causato la morte di almeno 49 persone, è stato studiato ed elaborato nel corso degli ultimi due anni. Ed è nato in seguito a due motivazioni: gli attentati terroristici che hanno colpito l’Europa e anche il risultato delle elezioni presidenziali francesi 2017, con la sconfitta di Marine Le Pen e il trionfo di Emmanuel Macron. Elementi spiegati nel manifesto ‘The great replacement’, in cui uno degli attentatori, Brenton Tarrant, spiega per filo e per segno le motivazioni dell’assalto e come ha deciso di commettere il suo “genocidio bianco”. Racconta di aver deciso di portare avanti l’attentato in seguito al suo viaggio in Europa del 2017, quando – tra le altre cose – vide la sconfitta elettorale di Marine Le Pen in Francia. E proprio ciò che ha visto in Francia ha influenzato molto la sua folle decisione.
L’attentatore spiega che due anni prima dell’attacco è successo ciò che ha cambiato il suo modo di vedere il mondo. In un periodo tra l’aprile e il maggio del 2017, quando ha viaggiato per l’Europa, tra Francia, Spagna, Portogallo e altri Paesi. Il primo evento scatenante è stato l’attentato di Stoccolma del 7 aprile 2017. Ma non solo: c’è stato “un secondo evento” che lo ha portato a questa scelta: “le elezioni generali francesi del 2017”. Nel manifesto si descrivono i candidati. Macron viene visto come un “globalista, capitalista, ex banchiere”. Dall’altra invece, Marine Le Pen, per cui usa comunque parole non d’elogio. Secondo l’attentatore, “la possibilità di una vittoria della candidata quasi-nazionalista era almeno un segno che forse una soluzione politica fosse ancora possibile”, prima di passare a quella rivoluzionaria e violenta che si descrive nel manifesto. Ma a vincere fu Macron: “La realtà della situazione politica europea era improvvisamente impossibile da accettare – si legge ancora nel manifesto – la mia speranza in una soluzione democratica svanì”.
A motivare ancora l’attentatore è stato anche ciò che ha visto in Francia, nelle città del Paese: “Per molti anni ho sentito e letto dell’invasione della Francia da parte dei ‘non-bianchi’. Pensavo si trattasse di un’esagerazione. Ma una volta arrivato in Francia, ho scoperto che non solo questa narrazione era vera, ma profondamente sottostimata”. Secondo Tarrant, in ogni città francese erano presenti “gli invasori”: “I cittadini francesi erano spesso in minoranza, erano spesso soli per strada, senza bambini o in età avanzata. Invece gli immigrati erano giovani e con larghe famiglie e molti bambini”. “Per ogni uomo o donna francese, c’era il doppio degli invasori”, scrive ancora nel manifesto. E proprio ciò che ha visto in Francia, scambiando molto spesso dei cittadini francesi per degli immigrati, ha spinto l’attentatore al suo folle gesto che ha spezzato la vita di più di 40 persone.