Nucleare: oggi il Senato vota l’emendamento che cancella la costruzione delle nuove centrali
Cambio di rotta improvviso, una retromarcia inattesa del Governo sul nucleare è arrivata come una manna dal cielo (o forse un fulmine a ciel sereno?) nelle ultime ore della giornata di ieri. Dopo aver a lungo dibattuto sulla validità dell'atomo, l'esecutivo di Berlusconi ha deciso di soprassedere e al referendum del 12 giugno il quesito sul nucleare non verrà presentato. Tutta la convinzione della squadra di Governo, che riteneva eccessivamente emotivi quegli italiani ragionevolmente impressionati dal disastro di Fukushima, è svanita nel nulla. Forse.
La decisione di evitare la presentazione del quesito numero 3 sul nucleare è, probabilmente frutto di una decisione ragionata e portata avanti sondaggi alla mano. Secondo alcune indiscrezioni Berlusconi sarebbe in possesso di un sondaggio che indicherebbe un'affluenza alle urne di circa il 60% degli elettori di non poco conto. Quello del nucleare è infatti un tema caldissimo dal quale la maggioranza potrebbe uscire pesantemente sconfitta. Non solo, una delle motivazioni più importanti che hanno probabilmente spinto il premier a soprassedere riguarda la presenza, all'interno dei quesiti, del referendum sul legittimo impedimento. Una percentuale così alta di elettori permetterebbe, infatti, il raggiungimento del quorum e lo spauracchio di una bocciatura del provvedimento tanto caro, quanto necessario, a Berlusconi.
Intanto è prevista per oggi la votazione in Senato all'emendamento del governo al decreto omnibus sul nucleare, con il quale va a sostituire la moratoria contenuta all'interno dell'articolo 5 del decreto. Nonostante la volontà del governo di soprassedere, a margine della decisione di ieri l'opposizione e in particolare il gruppo parlamentare dell'UDC ha richiesto al Governo di rendicontare sulla futura strategia energetica. Strategia che l'emendamento affiderebbe al Consiglio dei Ministri e che, secondo una nota diffusa da Palazzo Chigi, "terrà conto delle indicazioni stabilite dall'Ue e dai competenti organismi internazionali; e, prima di essere approvata definitivamente dal Consiglio dei Ministri, sarà sottoposta all'esame della conferenza Stato-Regioni e delle competenti Commissioni parlamentari". Dopo le reazioni a caldo di Bersani e Di Pietro, in cui si palesava lo scetticismo dell'opposizione sulla decisione della maggioranza di evitare il referendum, non è mancato il commento dei Verdi, tra i primi convinti oppositori del nucleare; queste le parole di Angelo Bonelli all'ANSA:
Lo stop del governo al folle programma nucleare non è per convinzione, ma per paura e necessità: paura di perdere le elezioni amministrative e di venire travolto dal referendum del 12 e 13 giugno che avrebbero portato anche alla completa abrogazione della legge sul legittimo impedimento. Questa ritirata del governo è già di per sé una vittoria di tutti i cittadini e degli ecologisti che si sono mobilitati per mesi per fermare questa vera e propria follia. […]Ma il governo non ha assolutamente cambiato idea sul nucleare. Si tratta di un trucco per far saltare il quorum ai referendum e poi ripresentare in un secondo momento il decreto per le centrali, magari affidandosi ad un nuovo partner commerciale come gli americani di Westinghouse, con cui i contatti, come abbiamo denunciato nei giorni scorsi, sono molto intensi.