Non solo cervelli in fuga: imprenditori, studenti e talenti stranieri non vengono in Italia
Oltre a lasciare che i propri giovani se ne vadano, l'Italia è fra quegli Stati che meno riescono ad attrarre nuovi talenti. A rivelarlo è uno studio dell'Ocse per cui tre profili in particolare, che sono generalmente sinonimo di crescita e sviluppo per un territorio, non avrebbero alcun vantaggio a trasferirsi nel nostro Paese. L'indagine prende in considerazione i lavoratori altamente qualificati, gli studenti universitari e gli imprenditori, e fa riferimento a sette criteri che influenzerebbero la scelta di stabilirsi su un territorio o meno: la qualità delle opportunità che questo ha da offrire, i livelli di reddito e tassazione, la prospettiva futura dello Stato nel contesto globale, il costo della vita (e la conseguente possibilità di trasferire anche il resto della famiglia), lo sviluppo del sistema di ricerca e di quello infrastrutturale, l'attitudine verso l'immigrazione e il diverso e la generale qualità della vita. L'analisi valuta anche il margine di influenza, più o meno elevato, che alcuni parametri possono avere per i diversi profili: in altre parole, nelle sue conclusioni, l'Ocse tiene conto del fatto che alcuni fattori abbiano un peso diverso a seconda che si stia esaminando una categoria di persone o un'altra.
Per quanto riguarda i lavoratori qualificati, cioè coloro che sono in possesso di un master o un dottorato di ricerca, l'Italia risulta fra i Paesi meno attrattivi. Siamo seguiti solo da Grecia, Messico e Turchia. Ciò che penalizzerebbe il nostro Paese sarebbe la generale assenza di questo profilo di lavoratore, richiamato invece da un ambiente in cui può trovare figure simili. Infatti le figure professionali con alte qualifiche, spostandosi, tendono a far scattare un effetto moltiplicatore: più si dirigeranno verso un territorio preciso, più altri soggetti con simili caratteristiche saranno invitati a fare lo stesso, e la tendenza vale anche per il suo contrario. In cima alla classifica troviamo l'Australia, la Svezia e la Svizzera.
L'Italia non offre una prospettiva allettante nemmeno agli imprenditori. In questa categoria il nostro Paese si posiziona leggermente meglio, davanti a Lettonia, Cile, Israele, Grecia, Messico, Turchia e, in chiusura alla classifica, Islanda, ma rimane comunque nella fascia più bassa. Il podio questa volta è occupato dal Canada, seguito dalla Nuova Zelanda, mentre la Svizzera si conferma al terzo posto. Meglio per quanto riguarda gli studenti universitari, per cui il nostro Paese si inserisce a metà classifica delle destinazioni più convenienti. "I profili di talento hanno un ruolo fondamentale per quanto riguarda la prosperità futura di un Paese", conclude il report, spigando che le posizioni lavorative che questi possono occupare contribuiscono fortemente alla crescita economica, portando innovazione e sviluppo nel territorio.