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Nigeria, ritrovata una delle studentesse di Chibok rapita da Boko Haram 2 anni fa

È la prima ragazza ritrovata dopo il rapimento. La 19enne vagava nella foresta di Sambisa, vicino al confine con il Camerun, da settimane teatro di numerose operazioni dell’esercito nigeriano contro il gruppo islamico. Secondo fonti locali altre ragazze si troverebbero ancora in zona.
A cura di Antonio Palma
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A due anni dal rapimento ad opera dei miliziani del gruppo islamista Boko Haram in Nigeria, è stata ritrovata viva una delle studentesse di Chibok di cui non si sapeva più nulla. Secondo quanto ha rivelato l'emittente britannica Bbc citando attivisti locali, si tratterebbe di Amina Ali Nkeki, una ragazza che aveva solo 17 anni all'epoca del rapimento e oggi 19enne. Sempre secondo le stesse fonti, la giovane è stata rintracciata dalle truppe paramilitari nigeriane mentre vagava nella foresta di Sambisa, vicino al confine con il Camerun. Con lei c’è un bambino di pochi mesi, probabilmente suo figlio avuto durante la prigionia. Secondo il portavoce delle famiglie delle ragazze rapite, la ragazza è in buona salute fisica ma traumatizzata.

La 19enne faceva parte del gruppo di 276 ragazze di una scuola superiore nigeriana di Chibok rapite da Boko Haram nell’aprile del 2014 e da allora di lei si erano perse le tracce visto che non era stata identificata tra i video diffusi dallo stesso gruppo islamista africano in cui comparivano alcune delle sequestrate vestite di nero.  La ragazza che è la prima del gruppo ad essere stata ritrovata, è stata riaccompagnata dalla madre nel suo paese natio, Mbalala, a sud di Chibok, da cui provengono 25 delle studentesse sequestrate. "La ragazza ha riabbracciato i genitori prima di essere condotta in una base militare a Damboa", ha spiegato all'Afp Ayuba Alamson Chibok, uno dei capi della comunità di Chibok. Il gruppo di ragazze di Chibok fu prelevato dagli islamici estremisti,  dopo un'irruzione nei dormitori della scuola ma almeno un cinquantina riuscirono a liberarsi e a scappare anche se 219 studentesse furono comunque portate via.

La notizia del rapimento aveva fatto il giro del mondo e per la loro liberazione era partita una campagna internazionale, "Bring back our girls". Poco fa i miliziani, notevolmente indeboliti da attacchi dell'esercito regolare, avevano cercato di instaurare una trattativa per la loro liberazione pubblicando un video con alcune di loro. Secondo fonti locali, altre studentesse di Chibok si troverebbero ancora nella foresta di Sambisa, da settimane teatro di numerose operazioni dell'esercito nigeriano contro Boko Haram.

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