Nigeria, libera un’altra studentessa di Chibok rapita due anni fa
A pochi giorni dal ritrovamento della 19enne Amina Ali Nkeki in una foresta vicino al confine con il Camerun, un'altra delle studentesse di Chibok, le ragazze rapite due anni fa in Nigeria dal gruppo islamista Boko Haram, è stata ritrovata in vita dalle milizie governative nigeriane. Anche lei faceva parte del gruppo di oltre duecento ragazze rapite durante un'irruzione in una scuola superiore nigeriana a Chibok nell’aprile del 2014 e poi tenute prigioniere dai jihadisti di Boko Haram. Come comunicato dalle forze armate nigeriane, la ragazza è stata liberata questa mattina alle 11 durante un'operazione militare a Shettima Aboh, nella zona di Damboa nello stato del Borno, vecchia roccaforte di Boko Haram. In zona infatti da settimane ormai sono in corso numerose operazioni dell'esercito nigeriano in collaborazione con milizie locali che hanno stretto in una morsa i jihadisti.
Secondo le stesse fonti la ragazza liberata è Serah Luka, la numero 157 sulla lista delle ragazze rapite dalla scuola di Chibok due anni fa. È stata la stessa donna a rivelare la sua identità ai militari che per la prima volta sono arrivati sul posto, spiegando che è originaria di Madagali, nello stato di Adamawa, e che si trovava nella scuola di Chibok da due mesi quando è avvenuto il terribile sequestro. La ragazza ha aggiunto che ci sono altre tre ragazze del gruppo delle rapite che sono fuggiti da Shettima Aboh quando le truppe governative hanno invaso l'area. Serah Luka ora è ricoverata presso una struttura medica di Abogo Largema. Durante le operazioni militari in zona l'esercito nigeriano ha annunciato di aver ucciso 35 terroristi di Boko Haram oltre a liberare 97 donne e bambini tenuti prigionieri dai jihadisti.
Il ritrovamento delle due ragazze di Chibok a questo punto fa sperare che molte altre possano essere fuggite dai carcerieri anche se Amina ha raccontato che purtroppo come si temeva alcune di loro sono morte. Tantissime invece sono quelle date in spose ai jihadisti come la stessa 19enne che poi ha partorito durante la prigionia. La stessa sorte toccata anche a centinaia di altre ragazze nel frattempo rapite da gruppo islamista che però da alcuni mesi sembra in difficoltà ed è stato costretto a rifugiarsi nelle foreste.