Niente tutele per gli orfani di femminicidio, le destre votano contro e bloccano la legge
Niente tutele per gli orfani di femminicidio nati al di fuori del matrimonio. In sede deliberante, durante la discussione in commissione Giustizia sul ddl per gli orfani di femminicidio, i senatori di Forza Italia, Lega Nord e Gal si sono opposti all'estensione delle tutele ai figli nati in ambito di unione civile previste dal provvedimento in approvazione in quanto si “fa riferimento ai figli delle unioni civili tentando di far entrare dalla finestra un tema ancora caldo e soprattutto già affrontato in altra sede”. Il riferimento alle adozioni gay è velato, ma assolutamente evidente. A votare contro il provvedimento sono stati i senatori Francesco Nitto Palma, Tito Di Maggio, Giacomo Caliendo, Carlo Giovanardi, Erika Stefani e Franco Cardiello. "Il Parlamento deve al più presto concludere l’iter di questo ddl che introdurrebbe alcune misure – penso ad esempio alla previsione di un’adeguata assistenza medico-psicologica e alla creazione di borse di studio – che rappresenterebbero un importante passo in avanti”, aveva auspicato proprio ieri il presidente del Senato Pietro Grasso, prima della votazione. “Auspichiamo che la commissione giustizia del Senato proceda ad una rapida approvazione della legge. La legge licenziata dalla Camera il 1 marzo non è certamente quella che avremmo voluto e per cui ci siamo battuti, ma contiene misure importanti introdotte grazie al lavoro di Forza Italia”, commentarono anche le deputate azzurre Mara Carfagna, Deborah Bergamini, Elena Centemero, Stefania Prestigiacomo, Lorena Milanato, invitando i colleghi a votare a favore del provvedimento.
Il disegno di legge approvato dalla Camera all’unanimità lo scorso marzo inizialmente era stato proposto e presentato dall'onorevole Mara Carfagna di Forza Italia che, per accelerare l'iter legislativo, ha in seguito deciso di smembrare il ddl e riproporre tutte le norme sotto forma di emendamento al testo di legge di Cappelli, senatore di Campo Progressista. Il disegno di legge sostanzialmente prevede numerose tutele per gli orfani di femminicidio, ovvero quei figli che, causa omicidio del genitore e condanna dell'altro genitore autore del reato, finisce con il rimanere solo al mondo, molto spesso in età scolare o addirittura pre-scolare e dunque privo della possibilità di provvedere a se stesso lavorando.
Il senatore ed ex ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma di Forza Italia si è detto “seccato dalle continue demagogiche strumentalizzazioni operate da una certa frangia del Pd. Il provvedimento sugli orfani dei crimini domestici è a mio avviso pieno di errori tecnici i quali necessitano di un confronto ampio. La deliberante presuppone la convergenza dei vari gruppi politici e davvero in commissione Giustizia, almeno negli ultimi tempi, il confronto è stato azzerato sulla sola logica dei numeri”. "Una decisione grave, crudele e senza alcuna ragione obiettiva, visto che non è stata neanche svolta la discussione generale”, hanno invece sostenuto i senatori del Pd. "Incomprensibile il perché non bisognerebbe rafforzare le tutele per quei minori che sono rimasti orfani in seguito a crimini domestici. Si tratta di bambini che hanno, nella maggior parte dei casi, la madre morta e il padre in carcere accusato di omicidio: cosa si deve attendere per tutelarli? Il presidente Grasso, proprio per la delicatezza e urgenza della materia, aveva assegnato al ddl un iter agevolato e le stesse parlamentari di Forza Italia della Camera avevano fatto un appello affinché il Senato approvasse rapidamente il provvedimento”, conclude la nota diffusa dai capogruppo dem.
A stretto giro anche il sottosegretario Boschi interviene sulla questione, criticando il comportamento dei senatori di centrodestra: "Stupore e dispiacere per la scelta del gruppo di Fi al Senato di stoppare la legge in favore degli orfani vittime di crimini domestici approvata all'unanimità alla Camera dei Deputati. Negando la sede deliberante per la legge, allunga i tempi per approvarla e mette a rischio il risultato finale. Mi auguro che i deputati e le deputate di Fi, a cominciare dalle ex ministre Carfagna e Prestigiacomo, facciano cambiare idea ai loro colleghi del Senato".