Niente migranti a Capalbio: i residenti promuovono due ricorsi al Tar
Non accenna ad arrestarsi la polemica agostana che vede contrapporsi gli abitanti di Capalbio e i 50 migranti di cui da giorni si annuncia l'arrivo nella località turistica del grossetano probabilmente tra fine agosto e inizio settembre. La perla maremmana, da decenni cittadina preferita da quel turismo composto da personaggi di spicco della sinistra cosiddetta radical chic, non sarebbe però pronta ad accoglierli. O meglio, i residenti e i turisti capalbiesi non sarebbero intenzionati ad accogliersi. Rifiutano l'appellativo di "razzisti", sostenendo di non essere tout court "contro l'accoglienza", anzi. Solo che 50 sono troppi, non lavorerebbero e, quindi, potrebbero spostare gli equilibri in una cittadina così piccola, soprattutto in una cittadina che vive di turismo "di lusso". E così, i residenti di Capalbio non si sono arresi a incassare la notizia dell'arrivo di 50 profughi senza muovere un dito e hanno promosso non uno, ma ben due ricorsi al Tar. "Non siamo affatto contro l'accoglienza", ha spiegato il sindaco di Capalbio, Partito Democratico, Luigi Bellumori. "Alcuni colleghi di varie città mi dicono che servirebbe un'associazione perché le prefetture non possono far calare dall'alto certe decisioni e perché nessuno meglio di un sindaco conosce il proprio territorio" ha proseguito Bellumori.
L'arrivo dei 50 migranti è fonte di preoccupazione per i capalbiesi, tanto che 500 di loro hanno firmato una petizione, promossa allo scopo di evitare l'arrivo dei profughi sul territorio. "Qualora avvenisse non solo sarebbe ben lontano dall'integrazione sociale, ma potrebbe diventare seriamente pericoloso sotto il profilo dell'ordine pubblico: ricordiamo che Capalbio in inverno ha un esiguo numero di forze dell'ordine. Peraltro l'edificio che dovrebbe ospitare i migranti si trova a pochissimi metri dal villaggio scolastico dove sono presenti una scuola dell'infanzia, una media e una elementare", si legge nel testo della petizione.
L'arrivo dei 50 migranti, secondo il sindaco di Capalbio, non sarebbe affatto accoglienza "ma ghettizzazione". "Non è integrazione calare 50 migranti in un borgo di 130 residenti. Perché Capalbio è sì, molto più esteso perché ha frazioni e ville sparse, ma qui si parla di concentrare i profughi soltanto in quattro villette, in una zona residenziale nel centro medievale.". Razzisti? Macchè, Bellumori rifiuta l'etichetta e spiega: "Capalbio ha accolto i braccianti del Sud negli Anni '50, e i migranti dell'Est negli Anni '90". "Noi non diciamo no agli immigrati, diciamo no a 50 in quel posto, siamo disposti ad accoglierne una quindicina" e, inoltre, esige trasparenza, Capalbio: "Chiediamo l'accesso agli atti che al momento ci è negato. Vogliamo capire com'è che una società di Siena in liquidazione, la Tor.si il cui commissario è Alberto Parri viene in contatto con l'associazione temporanea di impresa della 3 Fontane di Roma e la Senis Hospes di Cosenza", conclude il sindaco.