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Nicholas Green, la tragica morte del bimbo americano in Italia

Nel 1994 il viaggio in Italia di una famiglia americana si trasformava in tragedia: una rapina sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria strappò ai Green il loro figlio di appena 7 anni. Il grande gesto d’amore dei genitori di Nicholas Green fu la donazione degli organi del bambino che consentì di salvare sette vite.
A cura di Redazione
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È passato un quarto di secolo, 25 anni, dalla tragica storia di Nicholas Green, il bimbo americano di 7 anni che che nel 1994 rimase ucciso durante un feroce tentativo di rapina sull'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria nel tratto Vibo-Mileto. I Green erano in vacanza in Italia ed erano diretti in Sicilia. La decisione dei genitori di donare gli organi del bimbo consentì di salvare sette vite, sette persone in attesa di trapianti. Nel ventennale della tragedia, il papà di Nicholas, Reginald Green, tornò in Italia per sensibilizzare la comunità al valore della donazione; l'allora presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico sottolineò la generosità ed il coraggio dei genitori del piccolo Nicholas». Reginald Green si recò poi a Pisa per l'inaugurazione del ‘Giardino di Nicholas', il centesimo luogo in Italia dedicato al bambino (fra strade, scuole, ponti), nella foresteria ‘Il Pellicano', che accoglie persone in lista di attesa, trapiantati e i loro familiari dell'Azienda ospedaliero universitaria pisana. «In questi anni – ebbe a dire il papà del piccolo – non è cambiato il messaggio perché solo in Italia sono almeno 5-600 le persone che muoiono ogni anno in attesa del trapianto».

Nicholas Green (immagine per gentile concessione della famiglia)
Nicholas Green (immagine per gentile concessione della famiglia)

La storia di Nicholas Green e la donazione degli organi

La tragedia porta la data del 29 settembre 1994. Reginald Green e la moglie Margaret Sherard Yang, insieme ai piccoli Nicholas ed Eleonor erano in Italia, partiti dalla California, negli Stati Uniti, in un viaggio alla scoperta delle bellezze italiane. La famiglia americana aveva visitato Firenze, Roma, Pompei e poi si era diretta verso la Sicilia prendendo un'auto per percorrere la Salerno-Reggio Calabria, l'autostrada A3. La vettura sulla quale era la famiglia, una Autobianchi Y10, fu scambiata per l'auto di un gioielliere presa di mira da rapinatori che aspettavano solo il momento buono per il colpo in autostrada. Il tentativo di rapina a mano armata avvenne nei pressi dell'uscita di Serre (vicino a Vibo Valentia). La rapina degenerò e Nicholas ebbe la peggio: ferito gravemente e ricoverato al centro di Neurochirurgia del Policlinico di Messina.

Nicholas Green morì il 1 ottobre 1994. Fu allora che accadde ciò che nessuno si sarebbe aspettato: alla sua morte, i Green autorizzarono il prelievo e la donazione degli organi: sette vite di italiani salvate. Quattro adolescenti e un adulto, mentre altre due persone due persone tornarono a vedere grazie al trapianto delle cornee. All'epoca la donazione degli organi era vista come un tabù. E il grande gesto d'amore della famiglia Green aiutò molti italiani a capire il valore della donazione degli organi che da allora aumentarono in maniera rilevante. Dalla vicenda fu anche tratto un film per la televisione dal titolo "Il dono di Nicholas", con Jamie Lee Curtis ed Alan Bates. Sono 100 tra giardini, parchi, scuole, centri ospedalieri e asili, i siti intitolati a Nicholas Green in tutta Italia. Nel febbrio 2017 il destinatario del cuore di Nicholas, all'epoca quindicenne, Andrea Mangiardi, si è spento dopo una lunga malattia.

Gli assassini di Nicholas Green

La morte di Nicholas Green suscitò sdegno in tutta Italia. Furono catturati e processati nel 1995 due ragazzi poco più che ventenni: Francesco Mesiano (22 anni) e Michele Iannello (27 anni), entrambi originari di Mileto, Vibo Valentia. Due anni dopo furono assolti in primo grado mentre l'Appello condannò Mesiano a 20 anni di reclusione e Iannello, considerato l'autore materiale del delitto all'ergastolo, all'ergastolo sentenza poi confermata dalla Corte suprema di Cassazione. I due si sono dichiarati sempre innocenti. Iannello, già affiliato alla ‘ndrangheta, decise in seguito di pentirsi e confessare vari delitti.

Vent'anni dopo l'omicidio di Nicholas Green

Vent'anni dopo la morte di Nicholas Green si tennero a Reggio Calabria, una serie di iniziative con slogan "Donare è rinascere" per invitare all'assenso alla donazione degli organi. In quella occasione fu scoperta la scultura posta all'ingresso della Sala ‘Nicholas Green' dove ora sorge il Polo Culturale ‘Mattia Preti', dedicata allo sfortunato bambino.

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