New York pride: La Grande Mela dice sì ai matrimoni gay
Musica, palloncini, balli, abbracci, champagne e bandiere arcobaleno nelle strade del Greenwich Village di Manhattan dopo l'ufficializzazione che New York sarà il sesto degli Stati Uniti d'America a legalizzare il matrimonio omosessuale. Il governatore democratico Andrew Cuomo ha firmato il disegno di legge poco prima della mezzanotte di venerdì, a quasi 42 anni dalla nascita del moderno movimento LGBT, in mezzo a violenti scontri tra polizia e attivisti gay, per quelli che sono divenuti celebri come i moti di Stonewall. Centinaia di persone si sono riunite dentro e fuori al bar divenuto uno dei simboli del movimento di liberazione omosessuale in tutto il mondo.
Una conquista storica, per le associazioni gay americane, dato che lo Stato di New York è il più popoloso e il più rilevante tra quelli che già riconoscono le nozze omosessuali (Massachusetts, Vermont, New Hampshire, Iowa e Connecticut). Il "Marriage Equality Act", è stato approvato con maggioranza bipartisan dal Senato statale: 33 i voti a favore, 29 i contrari. Decisivo l'appoggio di 4 repubblicani che sono passati nello schieramento democratico. Il provvedimento entrerà in vigore tra 30 giorni, dunque le coppie gay dovranno aspettare gli ultimi giorni di luglio per convolare a nozze nella Grande Mela.
Una grande vittoria per il governatore Cuomo. A soli sei mesi dal suo insediamento, il politico di origini italiane (i nonni erano emigrati dalla provincia di Salerno) ha fatto dei matrimoni gay una delle priorità del suo programma. E alla fine ha avuto ragione su chi credeva che la sua fosse solo una promessa elettorale destinata a non essere mai portata avanti concretamente: "La democrazia funziona quando la gente parla. E il popolo, nel corso di questi ultimi mesi, ha parlato. Questo stato, quando e’ al suo meglio, è un faro per la giustizia sociale". Soddisfazione anche per Barack Obama: solo giovedì, il presidente USA aveva ricevuto gli rappresentanti di uno dei gruppi gay più noti negli Stati, il "Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender Leadeship" (LGBT), assicurando che "le coppie gay meritano di avere gli stessi diritti di tutte le altre coppie".
Lo Stato di New York dice sì alle nozze gay
New York, sì alle nozze tra omosessuali
Tra i VIP che hanno manifestato entusiasmo per lo storico voto newyorkese anche Lady Gaga. La popstar che tre settimane fa ha animato l'Europride 2011 a Roma, su Twitter ha gioito: "Non riesco a smettere di piangere, la rivoluzione è nostra, per combattere per amore, giustizia, uguaglianza. Rallegrati NY, e via con le richieste di matrimonio. Ce l’abbiamo fatta!!!". Felice anche Ricky Martin: "E' ora di celebrare! Matrimonio uguale per i newyorchesi… Soltanto una questione di amore".
Ma naturalmente non tutti sono d'accordo sul sì alle nozze gay. La Chiesa cattolica di NY ha immediatamente manifestato la propria opposizione. "Abbiamo sempre trattato i nostri fratelli e sorelle omosessuali con rispetto, dignità e amore. Ma vogliamo anche affermare con forza che il matrimonio è quello che unisce un uomo e una donna".
Dall'Italia è arrivato il commento di Franco Grillini, responsabile diritti civili e associazionismo dell'Italia dei Valori: "Verrebbe da dire ‘viva l'America' e in particolare ‘viva New York. Negli Usa è cambiato radicalmente il comune sentire verso i matrimoni gay. Anche in Europa sono la maggioranza i paesi che riconoscono, in varie forme, i diritti delle coppie omosessuali". E per l'Italia, invece? "Qui abbiamo soltanto alcune insufficienti misure di origine giurisprudenziali tutelano i conviventi. Anche nel nostro paese la maggioranza dell'opinione pubblica è favorevole a riconoscere i diritti delle coppie conviventi. Per questo, l'IdV ha presentato da tempo la proposta di legge sul Pacs in Parlamento che dovrebbe finalmente iniziare la sua discussione".