Neonata morta, il padre accusa: “Non c’erano le cannule”. La clinica rigetta le accuse
Momenti drammatici che nessun genitore vorrebbe vivere quelli raccontati dal padre della piccola Nicole, la neonata morta a Catania dopo una complicazione successiva al parto in clinica perché non c'erano posti negli ospedali. "Eravamo entusiasti io e mia moglie dopo un parto naturale fantastico. Tutto perfetto, ho ho tagliato con le mie mani il cordone ombelicale. Mia moglie sorrideva, dopo i dolori. Io, felice. Pensavo fosse finita. E invece il dramma è cominciato a materializzarsi un attimo dopo il parto, subito, perché la bambina, dopo il primo vagito, non rispondeva, affannata, come non respirasse" ha raccontato l'uomo, il 30enne Andrea di Pietro al Corriere della Sera. "Che ci fosse una crisi respiratoria si è capito subito. I medici dicevano che forse la bimba aveva ingoiato liquido amniotico. E io a scongiurarli di toglierglielo dai polmoni. Ci vuole una cannula, diceva uno. E l’altro la cercava senza trovarla" ricorda ora l'uomo, aggiungendo: "Ma quanto costa una cannula, una cannuccia per succhiare un po’ di liquido a una creatura appena nata? Dov’è?, chiedevo. Trovatela questa c… di cannula".
Una clinica rinomata
"Non c’è di meglio a Catania, assicuravano tutti. E noi a crederlo. Ma dopo la notte peggiore della mia vita, capisco che le cose sono diverse da come ce le prospettarono. Nella clinica Non mi pare che siano preparati a quello che promettono, se manca perfino una cannula per liberare i polmoni di una bimba appena nata" ha spiegato l'uomo che ora chiede giustizia per quanto accaduto. "Hanno permesso che per una cannuccia morisse mia figlia. Che cos’è? Negligenza, malasanità, strafottenza? Date una risposta. Che diano una risposta assessori e magistrati. E che la diano anche su questi tre ospedali di Catania dove non si trova posto per un’emergenza, per salvare una vita" ha attaccato l'uomo, ricordando che dopo l'emergenza i medici avevano deciso di trasferire la bimba all'ospedale della città siciliana, ma non c'erano posti disponibili così la piccola è morta in ambulanza, mentre veniva trasferita a Ragusa.
La clinica: "Usati sondini e cannule"
Dopo le accuse del padre della piccola su presunte negligenze da parte del personale sanitario della clinica, la struttura sanitaria catanese in un comunicato "respinge fermamente ogni illazione e congettura che in queste ore viene diffusa nei confronti del proprio operato". "La struttura opera da oltre mezzo secolo ed è accreditata con il Servizio sanitario e pertanto sottoposta a continui e ristretti controlli da parte delle autorità sanitarie competenti" scrivono dalla clinica , assicurando che "dagli esami autoptici emergerà che il decesso è stato causato da fattori che esulano dall'attività dei medici della struttura, che hanno fatto di tutto per salvare la vita alla neonata utilizzando cannule e sondini immediatamente dopo la nascita". "La struttura è in possesso delle cannule e dei sondini per aspirazione neonatale, e immediatamente dopo la nascita tutte le pratiche di aspirazione sono state eseguite correttamente sulla piccola Nicole che poi è stata intubata e trasferita all'ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa" concludono dalla clinica.