Neonata morta a Catania, stop ai parti nella clinica Gibiino: “Gravi lacune”
La Regione Siciliana ha sospeso, a partire da oggi e per 90 giorni, le procedure di accreditamento per i ricoveri finalizzati al parto nella clinica Gibiino di Catania. Si tratta della clinica privata in cui è nata lo scorso febbraio la piccola Nicole, la neonata poi deceduta qualche ora dopo il parto su un’ambulanza mentre era diretta verso Ragusa. Il provvedimento, operativo da oggi, porta le firme del dirigente generale del dipartimento Attività sanitarie ed Osservatorio epidemiologico Ignazio Tozzo e dell'assessore Lucia Borsellino. La casa di cura deve sospendere tutte le attività e indirizzare le gestanti attualmente ricoverate ad altre strutture abilitate curando il trasferimento dopo opportuna valutazione di ogni singolo caso sotto la vigilanza dell'Asp di Catania. Entro un mese dovrà far avere al Dipartimento regionale deputato al controllo un preciso piano per superare le criticità riscontrate ed entro dieci giorni dalla ricezione del piano l'assessorato lo valuterà. Da quanto è emerso, sono numerose le irregolarità riscontrate nell'ispezione congiunta Regione, ministero, Nas del 16 febbraio che secondo gli ispettori della Regione non sono state superate con la memoria “difensiva” presentata dalla clinica.
Quali sono le contestazioni più gravi – Fra quelle più gravi risultano la presenza insufficiente di pediatri/neonatologi essendo solo due i medici contrattualizzati in regime libero professionale e dunque non in grado di garantire l'assistenza ordinaria e quella in emergenza; l'inesistenza di una cartella clinica della piccola Nicole per il trasferimento ad altra struttura (la neonata sarebbe stata accompagnata solo da una relazione manoscritta dal contenuto del tutto insufficiente); l'inadeguatezza dell'ambulanza utilizzata per il trasporto in emergenza dopo aver ritenuto di non richiedere quella del 118; le incongruenze nelle comunicazioni con il 118 e un buco temporale di un'ora nella decisione del trasferimento verso Ragusa inizialmente rifiutato; l'inesistenza di una procedura codificata per il trasferimento del paziente in urgenza. “La clinica – ha spiegato l’assessore Borsellino – dovrà dimostrare di aver messo in assoluta sicurezza tutte le procedure sanitarie previste dalla legge. Non si possono e non si devono fare sconti a nessuno sulla sicurezza del paziente in ambito sanitario”. Nell'inchiesta aperta sulla morte della piccola Nicole la procura distrettuale etnea ha indagato nove persone ipotizzando il reato di omicidio colposo.