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Reato di negazionismo, nulla di fatto: nessun accordo tra i partiti

Battaglia in Commissione Giustizia del Senato sull’emendamento che istituisce il reato di negazionismo. Si dovrà passare per il voto dell’Aula.
A cura di Redazione
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Dopo una lunga discussione ed una interruzione dei lavori, la Commissione Giustizia del Senato ha dovuto rinunciare alla possibilità di discutere ed approvare il disegno di legge che istituisce il reato di negazionismo. Il presidente Nitto Palma, infatti, ha formalizzato la revoca della sede deliberante per la Commissione e ha trasmesso gli atti al Presidente del Senato che avrà il compito di calendarizzare in Aula la discussione del provvedimento. La decisione è stata presa dopo che 5 senatori (4 del Movimento 5 Stelle più il socialista in quota Pd Enrico Buemi) avevano richiesto la cancellazione della sede deliberante ed il ritorno alla sede referente.

I tempi ora si dilatano necessariamente e bisognerà attendere la Capigruppo per una calendarizzazione che non sembra immediata. Ricordiamo che il provvedimento modifica l'articolo 3 della legge del 13 ottobre 1975, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale. Nello specifico si prevede la "reclusione fino a tre anni e la multa fino a 10.000 euro per chiunque ponga in essere attività di apologia, negazione, minimizzazione dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, così come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della  Corte penale internazionale, ratificato ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232, o propaganda idee, distribuisce, divulga o pubblicizza materiale o informazioni, con qualsiasi mezzo, anche telematico, fondato sulla superiorità o sull’odio razziale, etnico o religioso, ovvero, con particolare riferimento alla violenza e al terrorismo se non punibili".

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