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‘Ndrangheta, 41 arresti: blitz del comando di Reggio Calabria

Il gip, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, ha emesso 41 ordinanze di custodia cautelare a carico di affiliati alla ‘Ndrangheta. Dall’inchiesta emergono i forti interessi della malavita calabrese all’estero.
A cura di Alfonso Biondi
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blitz contro la 'ndrangheta

Non solo Calabria, ma anche Nord Italia ed estero: la ‘Ndrangheta ha lasciato da tempo il circoscritto territorio calabro (che comunque, secondo le statistiche, ha il triste primato di essere la capitale della mafia) e ora guarda più in là. Un'ulteriore conferma arriva oggi dall'inchiesta della Dda di Reggio di Calabria che ha chiesto e ottenuto dal gip 41 ordinanze di custodia cautelare; di queste 41 persone, 11, appunto, si trovano fuori dal territorio nazionale, precisamente in Germania, Canada ed Australia. L'accusa a loro carico è associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata a vari reati.

I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros, insieme alla Squadra mobile della Questura reggina, stanno eseguendo tali ordinanze nell'ambito dell'operazione denominata "Il Crimine 2": i carabinieri stanno eseguendo 34 ordinanze di custodia cautelare, di cui sei in Germania; la polizia, invece, ne sta eseguendo 7, di cui 5 in Canada e in Australia.

Il "Crimine 2" rappresenta la prosecuzione de "Il Crimine", l'operazione che il 13 luglio 2010 portò alla cattura di ben 304 esponenti dell'organizzazione criminale. Dall'inchiesta, quindi, emergono chiaramente le mire espansionistiche della criminalità organizzata calabrese. In Germania le forze dell'ordine hanno arrestato Bruno Nesci, boss del clan del locale clan ‘ndranghetista. Sempre in Germania sono state documentate alcune riunioni tra elementi di spicco della malavita calabrese, provenienti anche dalla Svizzera. In Canada, invece, si è appreso che persone originarie della Locride curavano i loschi affari della malavita calabrese.

La vicenda che in questa storia sorprende di più, però, è senza dubbio l'ordinanza di custodia cautelare che ha raggiunto Tony Vallelonga, l'ex sindaco di Stirling, una città australiana di circa 200.000 abitanti. Vallelonga era originario di Nardodipace, un comune di nemmeno 1500 anime in provincia di Vibo Valentia ed era emigrato in Australia circa 30 anni fa. Qui aveva iniziato la sua carriera politica, una carriera brillante che lo aveva portato ad essere sindaco di Stirling dal 1996 al 2005. L'ex sindaco, nel corso delle indagini, è stato beccato mentre parlava a telefono con Giuseppe Commisso, boss di Siderno detto "‘u mastru", di alcune decisioni da prendere in merito ad operazioni che la ‘Ndrangheta avrebbe dovuto effettuare in Australia. L'associazione criminale in Australia veniva chiamata Thunder Bay.

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