Nave italiana sequestrata dai pirati: è la terza in due mesi. Che fine hanno fatto le altre?
Una motonave battente bandiera italiana, la “Rosalia D’Amato”, è stata abbordata e sequestrata da pirati in mare Arabico a 400 miglia dalle coste dell’Oman e a 300 dell’isola di Socotra. L'equipaggio sarebbe composto da 22 uomini, 6 italiani e 16 filippini. L'assalto sarebbe avvenuto alle 4 del mattino quando due imbarcazioni si sono avvicinate alla motonave: i pirati, riferisce la fonte, sono saliti a bordo, impossessandosi del piroscafo. Non sono stati sparati colpi e nessuno dei membri dell'equipaggio è rimasto ferito. La barca, tenuta in ostaggio, in questo momento si sta dirigendo verso la costa della Somalia. "Sono riuscito ad avere notizie circa tre quarti d'ora fa parlando con il comandante Orazio Lanza. Mi è stato riferito che stavano tutti bene poi la telefonata si è interrotta bruscamente" ha riferito ad Ansa.it il comandante Carlo Miccio, della "Perseveranza Navigazione", a cui fa capo la "Rosalia D'Amato".
Il ministero degli Esteri italiano sta seguendo da vicino gli eventi attraverso l'Unità di Crisi ed è in contatto con la società della nave, la "Fratelli D'Amato", che ha sede a Napoli, società armatrice proprietaria della petroliera “Savina Caylyn”, caduta nelle mani dei pirati in pieno Oceano Indiano l’8 febbraio scorso. A bordo vi sono 5 italiani e 17 marittimi indiani.
Vi è poi il rimorchiatore Asso 22, sequestrato in Libia lo scorso 20 marzo. Gli undici marinai a bordo sarebbero bloccati ancora nel porto di Tripoli, come fa sapere Ignazio La Russa, fa sapere che gli undici marinai. Il Ministro della Difesa spiega che “un’azione di forza" nei confronti dei sequestratori "non sarebbe difficile”, tuttavia “non è mai stata presa in considerazione perché le notizie che abbiamo ci inducono a non mettere a repentaglio la vita degli ostaggi”. La Russa poi chiarisce che i connazionali a bordo sono in buone condizione di salute e in continuo contatto con i familiari.
Ma se per l'Asso 22 la situazione è più o meno chiara, per quanto riguarda la nave “Savina Caylyn” e il suo equipaggio non si sa più nulla in quanto la Farnesina ha fatto calare sulla vicenda un silenzio "rumoroso". Le uniche informazioni disponibili sono che la petroliera si trova nelle coste somale del Puntland, dove hanno i loro covi le varie gang del mare che operano nel mare del Corno D’Africa e l'Oceano Indiano e che una fregata della Marina militare la controlla a vista. C'è da dire che in tutto il mondo nel 2011 sono state sequestrate 18 navi di cui ben 15 dirottate al largo del Corno d'Africa. Le grandi petroliere, come la Savina Caylyn, sono particolarmente per i pirati, in quanto quasi totalmente vulnerabili.