Nave Costa Concordia un anno dopo, il ricordo del naufragio
Per oltre quattromila persone, tra passeggeri ed equipaggio, che un anno fa lavoravano o avevano scelto per una vacanza la nave Costa Concordia, il 13 gennaio resterà certamente una data da ricordare, una data che non può non rievocare la paura, l’ansia, la tragedia di quanto è avvenuto al largo dell’Isola del Giglio. Ricorre oggi, infatti, il primo anniversario del naufragio della Costa Concordia: il 13 gennaio 2012 era un venerdì, la nave da crociera con al comando Francesco Schettino si stava avvicinando all’isola quando alle 21.42 finì sugli scogli e iniziò a riempirsi d’acqua. Da quel momento in poi la storia è nota a tutto il mondo, il gigante che si inclina diventerà un’immagine riconosciuta pressoché ovunque. La cronaca di ciò che avvenne è impressa soprattutto nei ricordi dei naufraghi e dei soccorritori, così come nelle migliaia di pagine della maxi inchiesta della procura di Grosseto. All’isola del Giglio, quella notte, non riusciranno a mettere piede ben 32 persone, le vittime del naufragio. Dayana, la più piccola, aveva solo 5 anni. E due di loro, dopo 12 mesi, sono ancora intrappolati nelle acque: come ha notato il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli “è forse questo l’elemento più straziante dell’intera vicenda”.
[quote|left]|Oggi c'è il dovere della memoria, del ricordo delle vittime.[/quote]Le celebrazioni un anno dopo il disastro – E oggi, a un anno dal naufragio, tanti dei superstiti, dei parenti delle vittime, sono tornati al Giglio dove ancora giace il relitto. Sono tornati lì forse soprattutto per ringraziare la popolazione per il lavoro che si ritrovò a fare in quella notte d’inverno. I superstiti della Costa Concordia sono arrivati da varie parti d’Italia e non solo, ci sono infatti anche tanti americani, olandesi, francesi, spagnoli. Il suono prolungato delle sirene dei traghetti ha salutato il ritorno in mare di quello scoglio delle Scole e ha aperto le celebrazioni che dureranno tutto il giorno. Oggi, insieme ai parenti delle vittime del naufragio, c’è anche il capitano De Falco – quello del litigio telefonico con Schettino – e che in tutti questi mesi ha preferito rimanere in disparte. E al Giglio ieri è tornato anche il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, all’ombra del relitto ha voluto fare un punto della situazione. Ma il suo primo pensiero è andato proprio a quelle 32 vittime e soprattutto alle due persone che non sono state riconsegnate alle loro famiglie: “Ci saranno tempi e modi per approfondire tutto quello che di buono è stato fatto o poteva essere fatto in questa vicenda ma oggi innanzitutto c’è il dovere della memoria, del ricordo delle vittime”.
Per il Giglio sarà un’altra estate con il relitto della Concordia – Gabrielli ha poi detto – e questo riguarda soprattutto la popolazione di un’isola che ormai non è più la stessa – che il gigante sarà rimosso (in ritardo rispetto alle prime previsioni) entro la fine dell’estate. Insomma, per una località dove il turismo è importante sarà un’altra stagione con il relitto, un’altra stagione caratterizzata forse solo dal turismo dell’orrore, dalle corse veloci di quanti vogliono un ricordo con il “mostro”. Rimettere in navigazione la nave non è, comunque, un’impresa semplice: attualmente sono impegnati circa 400 addetti, tra tecnici e sommozzatori che operano nel cantiere giorno e notte, 7 giorni su 7, con circa 20 mezzi navali a supporto. Dopo il naufragio, in tempi relativamente brevi, tutti i serbatoi della Costa Concordia furono svuotati in modo tale da evitare che il carburante inquinasse irreparabilmente le coste e al momento non è stato rilevato fortunatamente alcun danno ambientale.
Il processo in corso – E al di là dei lavori e delle celebrazioni di oggi al Giglio procede, tra ricostruzioni, intercettazioni, omissioni e analisi delle scatole nere, il lavoro sul fronte giudiziario. Migliaia di documenti intorno ai quali stanno lavorando magistrati, difese, accuse e periti e undici indagati tra chi era a bordo della Concordia. Non c’è solo capitan Schettino – che in anno ha fatto discutere più di tutti e che tra interviste ai giornali e ospitate televisive ha provato a liberarsi dell’immagine del codardo, dell’unico responsabile del disastro – ma ci sono anche altri ufficiali più alcuni dirigenti della Costa Crociere. Entro questo mese dovrebbe essere chiesto il rinvio a giudizio e tra marzo e aprile il gup potrebbe già fissare la data per l’udienza preliminare.