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Nave Aquarius, sindaci italiani aprono i porti e sfidano Salvini

I sindaci italiani si ribellano al ministro degli Interni Matteo Salvini e alla decisione di negare alla nave Aquarius l’autorizzazione di approdare in Italia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo le dichiarazioni del vicepremier e ministro degli Interni Matteo Salvini, che oggi ha lanciato su Twitter l'hashtag "#Chiudiamoiporti", è partita la gara di solidarietà per accogliere la nave Aquarius con a bordo 629 migranti, che al momento si trova a 35 miglia nautiche dall'Italia e a 28 miglia da Malta, in attesa dell'indicazione di un porto sicuro in cui attraccare. I sindaci di tutta Italia si sono attivati, per mettere a disposizione i propri porti.

"La nave Aquarius doveva arrivare a Messina, il ministro Salvini ha cominciato male. Le persone non sono merci, il diritto alla vita è fondamentale", è la dichiarazione del sindaco di Messina Renato Accorinti, che aggiunge in una nota: "L'esordio del ministro Matteo Salvini nella gestione dell'accoglienza ai migranti ci lascia esterrefatti, sia nella dimensione umanitaria negata, che nella conoscenza delle leggi del mare. Non si può pensare di prescindere dai diritti universali dell'uomo e dal diritto della navigazione – si legge nella nota del sindaco e della sua giunta – nei quali l'essere umano è sacro a prescindere dal colore della sua pelle e del suo paese d'origine. E' dovere primario accogliere e a una politica disumanizzante ci contrapponiamo con una politica fatta di diritti e di valore delle persone. A dispetto del diktat del ministro Salvini, l'amministrazione Accorinti dichiara la sua disponibilità immediata perché la nave ‘Aquarius' possa attraccare presso il porto cittadino – prosegue la nota – Nelle operazioni di soccorso, ogni minuto di ritardo può avere conseguenze irreversibili che, in tal caso, interessano anche bambini piccoli, ragazzi soli e donne incinte". 

La pensa così anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: "Palermo, la città che a partire dal proprio nome è ‘tutta un porto', è stata e sarà sempre pronta ad accogliere le navi, civili o militari che siano, impegnate nel salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Quelle navi e quegli uomini che rispettano la legge del mare e la legge internazionale, sottraendo alla morte uomini, donne e bambini che alcuni vorrebbero consegnare nelle mani della criminalità internazionale. A violare la legge internazionale, quella che impone come priorità assoluta il salvataggio delle vite umane, è il ministro dell'Interno italiano che – aggiunge – qualora ce ne fosse stato bisogno, ha dato ulteriore dimostrazione della natura culturale dell'estrema destra leghista". 

Si schiera contro il governo italiano e contro Matteo Salvini anche Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto: "Pronti ad abbracciare ogni vita in pericolo, senza se e senza ma", e aggiunge "Nel merito politico invece – prosegue Melucci – per me stiamo parlando di vite umane che hanno sempre la priorità su accorgimenti politici e normativi. La nostra è da sempre terra di accoglienza, non so davvero come si possano respingere 629 vite umane". 

A favore dell'accoglienza anche Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria: "Siamo disponibili come sempre di fronte a donne, uomini e bambini che hanno bisogno di cure. Il nostro cuore è grande. Più grande di chi vuole speculare senza un briciolo di umanità".

Sulla stessa linea il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris: "Se un ministro senza cuore lascia morire in mare donne incinte, bambini, anziani, esseri umani, il porto di Napoli è pronto ad accoglierli. Noi siamo umani, con un cuore grande. Napoli è pronta, senza soldi a salvare vite umane".

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