Nasce la nuova Unione Europea
Con l'accordo raggiunto ieri tra 26 Paesi membri dell'attuale unione Europea nasce un nuovo patto comune per l'Europa. L'opposizione della Gran Bretagna non ha fermato l'alleanza franco tedesca, che in tutti i modi ha cercato e costruito questa nuova strada verso un'Unione con regole più ferree e sanzioni più dure. Alla vigilia dell'incontro del Consiglio europeo in molti speravano che un accordo con tutti i 27 Stati Membri fosse possibile, ovviamente con concessioni da parte delle due visioni del nuovo assetto europeo, ma i veti reciproci sono stati insormontabili e hanno decretato la rottura della Gran Bretagna.
Nel corso del lungo e interminabile vertice durato oltre 10 ore, infatti, le richieste di David Cameron sono state sdegnosamente rigettate, infondo fin dai tempi della moneta unica la Gran Bretagna ha sempre voluto mano libera sulle decisioni economiche e commerciali interne, restando anche fuori dall'Euro. I termini dell'accordo, che in realtà dovrà comunque essere formalizzato nei particolari, prevede, infatti, un maggiore rafforzamento delle istituzioni europee, sia politiche che finanziarie, e dunque maggiori controlli sullo stato di salute delle economie dei singoli Paesi e vincoli più stringenti sulle politiche economiche e sui debiti sovrani delle Nazioni aderenti al nuovo patto comune.
I retroscena del nuovo patto Europeo
Certamente quello raggiunto è comunque un compromesso di massima che troverà piena attuazione nel corso dei prossimi mesi, ma è sicuramente un risultato importante per Francia e Germani che alla fine sono riuscite a trascinarsi quasi tutti gli altri Stati. Infatti, dopo l'evidente impasse iniziale e i duri scontri all'interno del Consiglio, si era deciso di proseguire ugualmente con un patto interno tra i 17 Paesi dell'Eurozona più chiunque altro avesse voluto aderire. Dunque il gruppo primario del nuovo patto è stato costituito da 23 Nazioni a cui dopo diverse ore di trattative si è aggiunta anche l'Ungheria e l'assenso condizionato di Svezia e Repubblica Ceca, che non avevano il mandato parlamentare per poter prendere immediatamente una decisione.
A restare fuori dunque solo la Gran Bretagna, che però ha costretto tutti gli altri a mettere in cantiere un accordo intergovernativo esterno all'Unione per l'impossibilità di cambiare i trattati già in vigore. Per Cameron una scelta obbligata per difendere gli interessi del suo Paese, ma che potrebbe portare ad un isolamento della Gran Bretagna dal punto di vista finanziario. Affermazione invece per Sarkozy che si è rivelato uomo chiave di tutto il dibattito del Consiglio Europeo, puntando ad aspetti meno impegnativi rispetto ad esempio alle richieste della Merkel, e riuscendo a portare quasi tutto il Consiglio dalla sua parte. Si prepara dunque un'unione a doppia velocità, come già qualcuno l'ha ribattezzata, che però in realtà dovrà fare i conti con l'ambivalenza di una potenza come la Gran Bretagna, completamente dentro l'Unione ma completamente fuori dai nuovi trattati intergovernativi.