Napolitano si dimette a fine anno? Renzi: “E’ una garanzia per il Paese”
Dopo le indiscrezioni sulle possibili dimissioni di Napolitano a fine anno (“Il presidente della Repubblica non fa mistero della sua intenzione di concludere in tempi brevi il suo secondo mandato. La data nella sua mente è già ben definita: la fine dell’anno, allo spirare del semestre italiano di presidenza dell’Unione europea”, si legge su Repubblica), arrivano le prime reazioni politiche. E’ innanzitutto il Premier Matteo Renzi a sottolineare che “Napolitano è una garanzia per tutto il Paese”, pur ricordando che “non mi preoccupo per il futuro del Capo dello Stato, mi preoccupo di fare bene il mio lavoro”. Secondo quanto ha scritto Stefano Folli, il capo dello Stato aveva legato il suo secondo mandato “al successo delle riforme istituzionali e della legge elettorale”. Ma a questo punto avrebbe maturato la volontà di ritirarsi.
Napolitano si dimette? Le altre reazioni
Per il successore di Napolitano al Quirinale bisogna “garantire il massimo della convergenza di tutte le forze politiche su una figura che deve rimanere terza” dice il presidente di NDC, Renato Schifani. “Il presidente Napolitano – ha aggiunto Schifani, – è stato esempio di terzietà. Quando deciderà nella sua autonomia di lasciare il Quirinale, dobbiamo sforzarci di trovare una convergenza su figure di alto profilo che non determinino scontri di ideologie o partitiche e che siano un elemento di garanzia”. Per Maurizio Gasparri (Forza Italia), vicepresidente del Senato, Napolitano non lascerà: “Non credo che farà uno strappo improvviso, la sua scelta è legata a quanto succede sulla legge elettorale e sulla riforma costituzionale. Dire signori, è scaduto il tempo, il 31 dicembre lascio… non è da lui”. Per Pier Luigi Bersani, ex segretario del Pd, “Napolitano farà il meglio”. Per la Lega parla Mario Borghezio: "Da vecchio leghista – dice – conoscendo la politica italiana, dico che al peggio non c'è mai limite. E quindi incrocio le dita sapendo quello che c'è, lo stato di confusione, di casino generale, di pochezza di visione nella classe politica rappresentata oggi in parlamento, Lega esclusa”.
