Napolitano dice sì alla parata del 2 giugno: “Dedicata ai terremotati”
"Celebreremo sobriamente il 2 giugno ma lo dedicheremo alla memoria delle vittime, al dolore delle famiglie e anche a momenti di scoramento che devono essere superati. Lo celebreremo perché la Repubblica deve dare conferma della sua vitalità, forza democratica, serenità e fermezza con cui affronta le sfide": è questa la decisione del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano a proposito delle celebrazione del 2 giugno, la parata militare prevista a Roma in occasione della Festa della Repubblica che per molti doveva essere cancellata per destinare così quei soldi alle vittime del terremoto dell’Emilia Romagna. L’appello al Capo dello Stato era partito dal web e aveva conquistato tante adesioni bipartisan, tutti concordi nell’annullare la festa per aiutare i terremotati. Poi l’annuncio di Napolitano nel corso del suo intervento al teatro Sociale di Gemona (Udine) dove gli è stata conferita la cittadinanza onoraria della località friulana colpita da un forte sisma nel 1976.
"Lo Stato aiuterà l'Emilia" – Un commosso Giorgio Napolitano ha voluto rivolgere alle popolazioni colpite dal sisma il suo pensiero dicendo loro di avere speranza, fiducia e certezza che si potrà risanare il territorio dalle ferite del terremoto: “Lo Stato non farà mancare all’Emilia, come non fece mancare al Friuli, il suo appoggio, la sua solidarietà e il suo contributo”. Il 2 giugno sarà così dedicato, nelle intenzioni del Capo dello Stato, proprio alle decine di vittime del sisma e alle popolazioni colpite: “Celebreremo sobriamente il 2 giugno e lo dedicheremo alla memoria delle vittime del terremoto in Emilia Romagna, al dolore delle famiglie, ai molti scoramenti che devono essere superati in una rinnovata solidarietà nazionale come avvenne nel 1976 in Friuli”.
“Il Presidente sbaglia” – Una prima risposta alla decisione di Napolitano è stata quella del leghista Roberto Calderoli secondo il quale il presidente sbaglia nel voler confermare la festa del 2 giugno. Anche la Repubblica, dal suo punto di vista, deve fare un passo indietro rispetto a una tragedia e a un dolore di tali dimensioni: “La migliore e unica festa della Repubblica sarebbe annullare tutte le manifestazioni e destinare quelle risorse alle popolazioni colpite. Diversamente si tratterrebbe di festeggiamenti che suonerebbero come una beffa rispetto al dramma che ha colpito il Paese”. Per Calderoli – conclude nel suo discorso – lo Stato “deve piantarla di considerare i propri cittadini come sudditi ignorando anche il dolore e la morte”.