"Non potevamo restare indifferenti davanti alla sanguinaria reazione di Gheddafi"; con queste parole il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante il suo intervento in occasione dell'incontro con i rappresentanti delle associazioni combattentistiche, partigiane e d'arma, rende noto il proprio sostegno alla decisione del Governo di impegnare direttamente i mezzi dell'aeronautica militare nei bombardamenti mirati contro le postazioni ed i mezzi dell'esercito di Gheddafi. Del resto "l'ulteriore impegno costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall'Italia a metà marzo e avallata da un ampio sostegno parlamentare", un impegno dovuto alla piena e consapevole "adesione dell'Italia al giudizio e alle indicazioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni uniti e quindi al piano di interventi della coalizione postasi sotto la guida della Nato".
Insomma, quello che arriva dal Colle è un via libera informale, ma anche una legittimazione ulteriore alla svolta in chiave di politica estera operata dal Governo nelle ultime ore. Una scelta che ha trovato anche l'apprezzamento del Presidente francese Sarkozy, in queste ore a Roma per l'attesissimo vertice Italia – Francia su crisi libica ed immigrazione, il quale ha accolto "con viva soddisfazione la disponibilità dell'aviazione italiana nel contribuire direttamente ad evitare la violenta repressione messa in atto da Gheddafi". Ovviamente il discorso del Presidente della Repubblica ha generato la solita valanga di reazioni politiche e, se da parte di Partito Democratico e Popolo della Libertà si sottolinea l'equilibrio ed il valore delle parole di Napolitano, non mancano le voci fuori dal coro. A partire da quelle dell'Italia dei Valori che, nell'ambito della critica all'operato del Governo nella gestione della lunga crisi libica e del conseguente aumento dei flussi migratori, giudica "non costituzionalmente corretto il percorso delineato dal Colle". Voci critiche che si levano anche all'interno della Maggioranza, con esponenti della Lega Nord fermamente contrari all'intervento militare in Libia e con le preplessità anche di membri del Pdl come il sottosegretario Mantovano, già in polemica con il Governo per la gestione del campo di Manduria.