La zona rossa Covid in Campania finisce a Natale? I numeri dicono che qualcosa è cambiato
La curva dell'incidenza del Covid in Campania scende, ma non come previsto. Scende anche quella dei letti occupati nelle terapie intensive e dei ricoverati con sintomi. È l'estrema sintesi del lavoro pubblicato da Fanpage.it e condotto dal team di fisici composto da Clementina Sasso (Inaf, Istituto Nazionale Astrofisica), Maria Rosaria Santovito (Co.Ri.S.T.A., Consorzio di Ricerca su Sistemi di Telesensori Avanzati), Raffaele Liuzzi e Giorgio Punzo (CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche). L'attenzione della gente è concentrata soprattutto sul periodo di Natale: la Campania uscirà dalla zona rossa Covid il 3 dicembre? Ci sarà un (relativo) periodo di allentamento delle restrizioni connesse alla mitigazione del rischio anti-contagio? E nello specifico: la Campania ha migliorato le sue condizioni rispetto all'inizio della seconda ondata, ovvero settembre-ottobre?
L'analisi statistica dei numeri del Coronavirus in Campania arriva dopo una settimana di pausa. Per capire il motivo bisogna parlare del grafico che riporta l’incidenza di nuovi casi positivi (test positivi/test effettuati a soggetti per la prima volta) in Campania. A partire dal 19 novembre, i numeri riportati nella colonna “casi_testati” del report della Protezione civile (la colonna che indica i “test effettuati a soggetti per la prima volta”) hanno cominciato ad avere un andamento strano.
Spiegano gli scienziati che hanno analizzato i numeri:
Sottraendo questo numero (i casi testati ndr.) al totale dei test effettuati nella giornata (il numero nella colonna “tamponi”) si ottiene il numero di test effettuati a soggetti già testati in precedenza (soggetti di screening, numero non riportato direttamente nel report della Protezione civile). Prima del 18 Novembre, il numero dei soggetti sottoposti a test per la prima volta era largamente superiore a quello dei test di screening, con un rapporto di circa 3 a 1. Dal 19 Novembre, invece, la situazione è cambiata.
I due numeri molto spesso sono paragonabili (il 19 Novembre ad esempio su 23.496 tamponi totali, avevamo 11.397 test fatti per la prima volta e 12.099 di screening) e, a volte, i test di screening sono addirittura molti di più dei test effettuati per la prima volta (il 24 Novembre, ad esempio, su 13.744 tamponi totali, avevamo 2.237 test fatti per la prima volta e 11.507 di screening con un’incidenza del 64%).
Questo discorso appare chiaro nel primo grafico, dove si vede come l’andamento dell’incidenza (puntini blu) non segua più la curva previsionale (linea arancione) come faceva prima del 19 Novembre. Il modello teorico (linea arancione) è quello calcolato con i dati raccolti fino al 18 Novembre.
Il team di scienziati ha prodotto altre analisi, ad esempio quella relativa alla percentuale di infetti Covid sul totale dei tamponi effettuati:
Il dato giornaliero del numero di test positivi sui test totali effettuati, che riportiamo nel secondo grafico (linea blu sovrapposta alla linea arancione dell’incidenza del primo grafico) ed è quello dato dalla regione, non è un indice corretto per valutare se le misure di contenimento stanno funzionando perché al denominatore della frazione vengono conteggiati anche i soggetti già positivi ed in via di guarigione (non influenzati dalle misure di lockdown, perché gia in quarantena obbligatoria).
Questa curva è comunque in discesa, così come il numero dei nuovi casi positivi.Speriamo che il cambiamento del rapporto test effettuati per la prima volta/test di screening si sia alterato per un errore di conteggio e che non rappresenti la situazione reale. Infatti, se fosse vera la seconda ipotesi, la situazione non sarebbe ancora sotto controllo.
"Quello che ci fa ben sperare – spiegano nel loro report gli scienziati che hanno condotto l'analisi – è che negli ultimi giorni i ricoverati sia nei reparti di degenza che in terapia intensiva stanno calando (dato che avvalora l’idea del dato errato). Ovviamente non sappiamo se l’eventuale errore è a livello regionale o della protezione civile".
Per l'occupazione posti letto (sia degenza che TI), il team di scienziati campani fa i conti sui dati che fornisce la Regione Campania nel bollettino giornaliero (656 TI e 3.160 di degenza). Invece i conti che vengono fatti al Ministero per i bollettini settimanali che determinano l'ingresso o l'uscita dalle varie zone gialla, arancione o rossa sono fatti su altri numeri (590 TI e 5.275 di degenza).