Zona rossa in Campania a Natale, settimana decisiva: il 3 dicembre si decide
Questa prima settimana di dicembre sarà la decisiva sul fronte Covid per la Campania. Attualmente la regione è classificata zona rossa ai sensi del Dpcm di inizio novembre che ha diviso l'Italia in tre colori corrispondenti ad altrettante fasce di rischio. Entro il 3 dicembre ci sarà una nuova riclassificazione e si capirà quale sarà il Natale della nostra regione: se con pesanti restrizioni in merito ad aperture negozi e spostamenti o con norme più permissive, soprattutto per quel che concerne gli spostamenti tra province della stessa regione o fra regioni diverse (evidentemente per coloro che vogliono tornare a fare Natale nella propria città, pur lavorando fuori).
In pratica l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza sarebbe scaduta domenica 29 novembre, è stata prorogata di 5 giorni. Giovedì 3 dicembre si attende il nuovo Dpcm del Governo Conte, che arriverà ad un mese esatto da quello emanato il 3 novembre scorso che ha istituito la classificazione delle aree di gravità Covid, per le regioni in gialla, arancione e rossa.
Dopo un breve periodo in area gialla, la Campania è stata classificata ad alto rischio a causa dell'incedere progressivo dei contagi ma anche e soprattutto a causa della condizione di stress del sistema ospedaliero locale, in particolare delle terapie intensive e sub intensive. Questa condizione è in parte cambiata: i contagi stanno lentamente calando (molto lentamente) , sta calando l'Rt locale e la platea di posti letto ordinari e di rianimazione si sta allargando anche grazie agli accordi presi dalla Regione Campania con le cliniche private.
La condizione di stress, tuttavia, resta: i posti letto sono occupati oltre la soglia d’allarme e non si individuano al momento gli elementi per declassare il fattore di rischio della regione.
Le restrizioni della zona rossa – nonostante non ci siano controlli paragonabili al lockdown di marzo – sono comunque pesanti, soprattutto per il commercio: vige l'obbligo di non uscire di casa a meno di motivi di necessità, lavoro o salute e il divieto di spostamento anche tra Comuni. I ristoranti sono chiusi tranne che per asporto e domicilio.