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Ylenia uccisa e bruciata, il messaggio alla madre: “Farò la fine della moglie di Parolisi”

Ylenia Lombardo, uccisa il 5 maggio a San Paolo Bel Sito (Napoli), sapeva di essere in pericolo. In una telefonata alla madre le aveva detto convinta di fare “la fine della moglie di Parolisi”, e che lei le avrebbe “messo i lumini”. La 32enne è stata massacrata nella sua casa dal compagno, che dopo averla uccisa ha dato fuoco all’appartamento.
A cura di Nico Falco
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Ylenia Lombardo, la 32enne picchiata e poi date alle fiamme mercoledì scorso a San Bel Sito (Napoli) dal compagno, sapeva di essere in pericolo. Immaginava che quella relazione non sarebbe finita bene, che da un momento all'altro sarebbe potuto succedere qualcosa di gravissimo, di irrimediabile. E lo aveva detto anche alla madre: "Non farò una bella fine. Farò la fine della moglie di Parolisi. Secondo me verrai tu a mettermi i lumini".

A mettermi i lumini, ovvero: a portare le luci davanti alla mia tomba. Ed è chiaro anche il riferimento: parlava di Melania Rea, uccisa dal marito, il militare Salvatore Parolisi, 10 anni fa nel boschetto delle Casermette di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo). Quelle parole sono contenute nelle 15 pagine di ordinanza con cui il gip Daniela Critelli, al termine dell'udienza di convalida, ha disposto il carcere per il compagno della ragazza, Andrea Napolitano, sofferente di disturbi psichiatrici e già in passato denunciato per incendi dolosi di automobili e altri oggetti. L'uomo è accusato di averla massacrata nella sua abitazione, in via Ferdinando Scala, numero 69, e di avere poi dato fuoco alla casa. Il motivo sarebbe stato nello smarrimento di una carta pregata da 15mila euro che Napolitano accusava Ylenia di avere perso.

La conversazione telefonica con la madre, che vive a Viterbo col marito e con la figlia undicenne di Ylenia, c'era stata pochi giorni prima dell'omicidio. Nell'ordinanza viene ricostruito il rapporto tra Andrea e Ylenia, più volte visti insieme lungo le strade di San Paolo Bel Sito. La 32enne, però, non aveva rivelato alla famiglia di quella relazione. Anzi, parlava dell'uomo come di un corteggiatore fastidioso, che più volte aveva provato ad allontanare ma senza riuscirci. Il 4 maggio, ovvero il giorno prima della morte, Ylenia aveva parlato alla cognata Erminia di "un tale Andrea, che lei riferiva essere soggetto precedentemente in cura presso il centro di salute mentale, il quale insisteva di voler iniziare con lei una nuova vita. Mi raccontava che era geloso anche di Facebook, che la seguiva e che aveva addirittura imposto a lei di portarlo su a Viterbo".

Dopo aver massacrato Ylenia, questa la ricostruzione, Napolitano avrebbe telefonato alla madre di lei, con cui aveva già parlato in precedenza; la donna avrebbe sentito la figlia che in lontananza parlava a fatica, ma non avrebbe riconosciuto la richiesta di aiuto. Poi l'uomo avrebbe inviato un messaggio vocale alla psichiatra che lo seguiva da circa un anno, chiedendo di essere visitato, avrebbe quindi appiccato il fuoco alla camera da letto e avrebbe lasciato l'abitazione, uscendo e chiudendo la porta a chiave. Napolitano poi ha raccontato il delitto all'ex sindaco Manolo Cafarelli, suo compare di cresima.

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