Whirlpool, secondo Natale di protesta in fabbrica per gli operai ma con le regole Covid
Ancora un Natale in presidio in fabbrica per i lavoratori della Whirlpool di via Argine a Napoli, dopo quello dello scorso anno. Questa volta, però, ancora più duro, perché l'azienda americana ha ormai annunciato la chiusura definitiva dello stabilimento e il licenziamento dei lavoratori che avverrà l'anno prossimo. In un contesto peraltro molto difficile a causa della pandemia del Coronavirus che ha colpito tutte le categorie. A causa dell'epidemia, gli operai hanno deciso di trascorrere il Natale in fabbrica nel rispetto delle norme anti-Covid. Niente pranzo, ma solo un brindisi ed un veloce scambio di auguri per riconfermare la volontà di stare insieme in un momento complicato e difficile.
Dal 1 gennaio la società ha annunciato che farà richiesta per lo stabilimento di Napoli di cassa integrazione per Covid-19 e dal 1 aprile l'avvio del licenziamento collettivo. Lunedì 28 dicembre, intanto, ci sarà un nuovo tavolo al Mise, il ministero dello Sviluppo Economico, al quale la Fiom Cgil chiederà all'azienda di motivare la chiusura del sito. Mercoledì 30 dicembre, alle ore 15, invece, sarà presentato il calendario solidale "Sulla nostra pelle". Ci saranno istituzioni, forze politiche, sindacati, artisti, associazioni e rappresentanti della società civile. “ Non molliamo nemmeno nel giorno di Natale – dice Italia Orofino, una delle operaie da sempre in prima linea contro la chiusura dello stabilimento – Insieme si lotta e insieme si resiste. È un Natale particolare, diverso, ma pur sempre Natale. Mascheriamo una tristezza ed una malinconia con il sorriso, per i nostri figli, per i nostri cari. Stiamo in presidio con un piccolo gruppo, con orari ridotti per rispettare le restrizioni del Dpcm”.