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Whirlpool chiude a Napoli, la rabbia degli operai

Whirlpool Napoli, sospesi i licenziamenti fino al 15 ottobre

Sospesi fino al 15 ottobre i licenziamenti allo stabilimento Whirlpool di Napoli: esultano gli operai, i sindacati accolgono con soddisfazione la decisione ma si preparano alla nuova fase di tavoli di incontro e mediazione. “Saranno decisivi i prossimi confronti per il futuro dello stabilimento”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sospesi i licenziamenti nello stabilimento della Whirlpool di Napoli: una prima vittoria, spiegano i sindacati, che ovviamente non cantano vittoria. La sospensione sarà valida fino al 15 ottobre, ha fatto sapere la multinazionale: giorni che i sindacati hanno già spiegato utilizzeranno per trovare una soluzione definitiva alla vertenza che dura ormai da oltre due anni.

"Nell'incontro di oggi, pur nella grande incertezza che avvolge la vertenza", ha spiegato Nicola Ricci, segretario generale Cgil Napoli e Campania in una nota firmata assieme al segretario Raffaele Paudice, "il Governo ha presentato una prima ipotesi concreta di reindustrializzazione della fabbrica con un investimento prospettato di 87 milioni di euro su attività legate alla mobilità sostenibile. Per esprimere un giudizio complessivo", spiega il sindacato, "bisognerà conoscere i tempi, le modalità, i soggetti coinvolti e le tutele economiche e normative per i lavoratori. Sottolineiamo un elemento positivo: l'azienda ha accolto la richiesta sindacale di sospendere la procedura di licenziamento, seppur per un periodo limitato, fino al 15 ottobre. Saranno decisivi, a questo punto", conclude la nota, "i prossimi confronti e gli ulteriori approfondimenti sulla proposta progettuale che ci diranno se essa possa offrire un futuro alla Whirlpool e alla città di Napoli". Le proteste degli operai si erano intensificate nell'ultimo periodo, con l'avvicinarsi dei licenziamenti annunciati dall'azienda. A portare la propria solidarietà era arrivato domenica scorsa anche l'attore napoletano Alessandro Siani, figlio di un ex operaio dell'Alfa di Pomigliano d'Arco (a sua volta finito anni fa in cassa integrazione), che ha raccontato proprio aneddoti di vita tipici di una famiglia operaia.

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