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Voleva ricostruire il clan, in carcere il figlio di Sandokan Schiavone. Arrestato a Napoli

Sottoposti a fermo Emanuele Libero Schiavone e Oreste Reccia; i due si erano armati per rispondere ai raid intimidatori contro di loro nel Casertano.
A cura di Nico Falco
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Emanuele Libero Schiavone
Emanuele Libero Schiavone

Aveva preso le distanze dalla decisione del padre e, anzi, aveva intenzione di ricostruire il clan insieme ad un altro "figlio d'arte", arrivando quindi a scontrarsi con il rivale: è stato convalidato il fermo per Emanuele Libero Schiavone, figlio di Francesco Schiavone "Sandokan", il capoclan dei Casalesi di recente diventato collaboratore di giustizia; col 36enne, scarcerato lo scorso 14 aprile, è finito in manette quello che per gli inquirenti è il suo alleato: Francesco Reccia, 20 anni, figlio del ras Oreste Reccia. I due sono stati bloccati a Napoli, in zona Santa Lucia, il 15 giugno.

Le sparatorie a Casal di Principe

Il decreto di fermo di indiziato di delitto è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Schiavone e Reccia sono ritenuti responsabili di detenzione e porto illegale di armi da sparo in luogo pubblico; viene contestata anche l'aggravante mafiosa perché, da quanto emerso dalle indagini, si sarebbero armati per rispondere ai raid intimidatori messi a segno dai rivali nei loro confronti lo scorso 7 giugno, quando colpi di arma da fuoco vennero esplosi anche contro l'edificio in cui abita la famiglia Schiavone. Il business al centro dello scontro sarebbe il controllo delle piazza di spaccio di Casal di Principe.

Nel corso dell'esecuzione del provvedimento i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato oltre 11mila euro in contanti. Il fermo è stato convalidato ieri mattina, 18 giugno, dal gip presso il Tribunale di Napoli, a seguito dell'interrogatorio; il giudice ha disposto per entrambi la misura della custodia cautelare in carcere.

L'arresto a Santa Lucia, a Napoli

I due sono stati intercettati dai carabinieri del Comando Provinciale di Caserta nel centro di Napoli, nella zona del Pallonetto di Santa Lucia. Secondo gli inquirenti si erano allontanati da Casal di Principe proprio per il clima che si era venuto a creare, ed avevano trovato quindi rifugio in un "territorio neutro", dove evidentemente potevano contare su appoggi locali che avrebbero potuto garantire la loro sicurezza o, quantomeno, che non vi fossero "incursioni" dal Casertano.

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