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Viveva attaccato ad una bombola d’ossigeno: Mario, 26 anni, salvato dai medici del Monaldi

Mario, 26 anni, è stato salvato grazie a una delicata operazione bariatrica: era arrivato a pesare 180 chili ed era affetto da una gravissima insufficienza respiratoria provocata da una ipertensione polmonare.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Era arrivato a pesare 180 chili, con una gravissima insufficienza respiratoria provocata da una ipertensione polmonare e con sindrome ostruttiva respiratoria notturna: ora però la vita di Mario, 26 anni appena, sta tornando lentamente alla normalità. "Ora, finalmente, sono tornato a vivere": queste le prime parole di Mario affidate all'Azienda Ospedaliera dei Colli, dove era stato sottoposto ad intervenuto chirurgico bariatrico, dopo diversi anni passati tra i reparti e al pronto soccorso nei momenti in cui era affetto da ripetuti episodi di scompenso cardiaco aggravati da embolia polmonare. Le sue condizioni erano tali che il giovane era costretto a vivere attaccato ad una bombola d'ossigeno.

Fondamentali un regime di dieta prima dell'intervento, durato 60 giorni e che lo ha portato a perdere subito 30 chili di peso e 10 di massa corporea (era di 57 al momento del ricovero). Dopo l'intervento, ha perso altri 50 chili, ed oggi inizia gradualmente il suo recupero anche psicologico. Oggi, dopo aver perso complessivamente oltre 80 chili, la bombola d'ossigeno non serve più di giorno, mentre la notte il supporto ventilatorio resta ma in forma ridotta. E piano piano, il giovane sta tornando ad una vita normale. Merito dell'operazione guidata dal dottor Pasquale Mugione (Chirurgia generale dell’Ospedale Monaldi) e dal dottor Diego Cuccurullo con il supporto anestesiologico del dottor Giuseppe Rossi, della Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione diretta dal dottor Antonio Corcione. Oggi il giovane è seguito anche dai dottori Michele D’Alto (dipartimento Medico e Cardiologico) che lo ha in cura per l’ipertensione polmonare, e dallo pneumologo Luigi Aronne.

"L’obesità è una malattia che impatta drammaticamente sulla qualità di vita delle persone", ha detto Anna Iervolino, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, "e nei casi più severi non è sufficiente una dieta. Occorre un approccio multidisciplinare che prenda in carico il paziente in maniera complessiva. L’Azienda Ospedaliera dei Colli ha un protocollo consolidato, uno dei primi ad essere stato approvato anche dalla Regione Campania, che assicura una assistenza globale e una riabilitazione che, in tempi brevi, consente ai pazienti di riappropriarsi della loro vita".

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