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Virus West Nile, l’ospedale Ruggi di Salerno: “Possibile caso sotto osservazione”

Un uomo di 59 anni potrebbe essere il primo caso di encefalite da West Nile Virus nel Salernitano: i test del Ruggi inviati all’ISS a Roma per la conferma.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un uomo di 59 anni della provincia di Salerno potrebbe essere il primo caso di encefalite da West Nile Virus nella zona: lo ha confermato in una nota l'Azienda Ospedaliera Universitaria "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno. Il caso è attualmente sotto osservazione presso il Reparto di Clinica Infettivologica Universitaria, diretto dal dottor Pasquale Pagliano, coaudivato dalla dottoressa Chiara D'Amore, ma la conferma che si tratti di un probabile caso di encefalite da West Nile Virus arriva direttamente dall'ospedale salernitano, dove è stato analizzato lo stesso test sierologico sul paziente, ora trasmesso all'Istituto Superiore di Sanità a Roma.

L'uomo che potrebbe aver contratto l'encefalite da West Nile Virus è un 59enne della provincia di Salerno, già paziente in trattamento chemioterapico per patologia oncologica. Se confermato, sarebbe il primo caso nel Salernitano. L'Azienda Sanitaria Locale di Salerno sta provvedendo ad una bonifica territoriale anti-zanzare, che al momento "rappresentano la via di trasmissione piu comune del virus infettandosi, a loro volta, pungendo un uccello migratore infetto", spiega in una nota il nosocomio salernitano. "Il West Nile Virus, in Italia è per lo più presente nella pianura padana e la tropicalizzazione del clima cui stiamo assistendo ne sta favorendo lo sviluppo nell'area del mediterraneo", spiegano ancora nella nota, sottolineando anche come sia "rilevante comunque considerare che solo un caso su dieci diventa sintomatico. Infatti, la malattia di West Nile ha solitamente un decorso spontaneo spesso asintomatico o con sintomi, che variano in base all'età, che regrediscono dopo qualche giorno; solo i casi più seri richiedono ricovero ospedaliero e riguardano categorie a rischio quali anziani e pazienti fragili".

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