Violenze in carcere a Santa Maria, agente minaccia detenuti per farli ritrattare: sospeso
Un vice-ispettore della Polizia Penitenziaria, imputato tra gli altri per le violenze avvenute nell'aprile 2020 carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), è stato sospeso per 6 mesi: avrebbe fatto pressione su alcuni detenuti per indurli a ritrattare quanto avevano detto nell'ambito del processo e per rendere, invece, dichiarazioni a suo favore.
Secondo la Procura, che ha chiesto e ottenuto dal gip la sospensione, l'agente avrebbe avvicinato alcuni dei detenuti vittime di pestaggi e li avrebbe minacciati, facendo anche ricorso alla violenza. L'accusa è di intralcio alla giustizia, è stata emessa nei suoi confronti una misura cautelare interdittiva della sospensione del pubblico esercizio per 6 mesi.
L'uomo non era tra i 52 raggiunti dalle misure cautelari emesse dal gip di Santa Maria Capua Vetere nel giugno scorso a carico di poliziotti e funzionari del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria; era soltanto indagato e per questo motivo aveva potuto continuare a lavorare nella struttura, anche a stretto contatto con alcuni dei detenuti che avevano denunciato i pestaggi. Secondo gli inquirenti il vice ispettore avrebbe fatto pressioni anche con l'ausilio di altri agenti, al momento non identificati.
Violenze in carcere a Santa Maria, chiesti 32 patteggiamenti
La svolta sull'inchiesta c'era stata nel novembre 2021, quando era arrivato il rinvio a giudizio per 108 indagati, tra agenti e funzionari del Dap. Nell'udienza di ieri il gup aveva ammesso la costituzione come parte civile del ministero della Giustizia, del garante nazionale dei detenuti e del garante campano Samuele Ciambriello. Il garante della Campania ha fatto sapere che il pm ha chiesto il patteggiamento per 32 imputati. La prossima udienza è stata fissata l'8 febbraio.