Vincenzo De Luca, dal Covid alla guerra: ora nelle dirette video analizza la crisi internazionale
Dal Covid alla guerra in Ucraina e no, non stiamo parlando del palinsesto delle emittenti radiotelevisive, dell'ipotesi di agenda setting dei media italiani. Parliamo di Vincenzo De Luca. Il presidente della Regione Campania da qualche anno ha assaporato "il dolce" dell'utilizzo dei social media: le sue comunicazioni sull'evoluzione della pandemia Covid in Campania sono state viste da milioni di persone, con numeri da prime time televisivo, per non parlare poi delle sue ospitate da Fabio Fazio.
Da qualche giorno il mood è cambiato: si parla sempre e ovunque di guerra, purtroppo. E De Luca si è adeguato: nel suo tradizionale spazio video social del venerdì, registrato nel palazzo del Genio Civile di Salerno, il presidente della giunta regionale della Campania si è scoperto stratega e analista di crisi internazionale, sentendosi evidentemente in dovere di suggerire al governo cosa e come fare e quale debba essere la posizione dell'Italia rispetto alla Russia e all'Ucraina.
Oggi, ad esempio, De Luca ha spiegato quale dev'essere il ruolo del nostro Paese anche rispetto alla Nato:
Il compito che abbiamo non è quello di alimentare le tensioni, le tifoserie ma è quello di favorire, in qualche caso anche con i silenzio, un clima di ripresa delle iniziative diplomatiche.
Non so se l'invio di armi in ucraina contribuirà alla ripresa di un dialogo. L'Italia fino a qualche giorno ha avuto una posizione timida, ora oltranzista dobbiamo mantenere la calma; non vorrei che qualcuno che ci ricordasse che 80 anni fa l'Italia invase l'Ucraina e la Russia. Si è impedita la partecipazione di atleti russi alle Paralimpiadi. Io sinceramente mi domando cosa c'entrino gli atleti disabili russi con l'aggressione all'Ucraina.
Poi, invece, su una vicenda più locale e sicuramente di competenza della Regione, ovvero l'accoglienza dei profughi in Campania, De Luca ha spiegato che la priorità è vaccinare chi arriverà qui:
Purtroppo sia in Russia che in Ucraina la popolazione vaccinata contro il Covid è del 35%. Molti profughi non sono vaccinati. Quindi nel momento in cui, come è doveroso, apriamo le braccia ai profughi, dobbiamo anche sapere che dobbiamo stare attenti.
I profughi che raggiungono la Campania dovranno osservare una quarantena temporanea e fare i tamponi Covid. «Metteremo in campo una campagna di vaccinazione, dobbiamo evitare il rischio che si accendano focolai di contagio o arrivino varianti che non conosciamo».