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“Vieni, ti ho trovato un lavoro”: le ragazze moldave venivano invece costrette a prostituirsi nel Casertano

Arrivavano dalla Moldavia dopo la promessa di un posto di lavoro, e invece venivano segregate e costrette a prostituirsi: arrestate due persone nel Casertano.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Facevano arrivare in Italia le ragazze dalla Moldavia, dicendo di aver trovato loro lavoro: ma in realtà non era vero, e le ragazze venivano segregate e costrette a prostituirsi. Due le persone portate in carcere quest'oggi dopo un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura partenopea: si tratta di una coppia di 35enni (lui albanese, lei moldava) residenti in provincia di Caserta. L'accusa nei loro confronti è di tratta di esseri umani trasnazionale, riduzione in schiavitù ed estorsione. L'uomo si trova ora nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel Casertano, mentre la donna è stata portata nel carcere femminile di Pozzuoli, in provincia di Napoli.

L'inchiesta è partita dopo che alcune ragazze erano riuscite a liberarsi dalla segregazione in cui erano costrette, riuscendo a denunciare i propri aguzzini. Dalle indagini, è emerso che il modus operandi della coppia andava avanti fin dal settembre 2019 e fino al gennaio di quest'anno. Quasi quattro anni duranti i quali avevano attirato nella propria rete almeno quattro giovani donne provenienti dalla Moldavia, fingendo di aver trovato loro un posto di lavoro come cameriere ed offrendosi perfino di pagare loro le spese di viaggio.

Ma arrivate in Italia le donne si accorgevano rapidamente dell'inganno: non solo il posto di lavoro promesso non esisteva, ma anzi i loro aguzzini esigevano l'immediata restituzione del denaro "anticipato" per il viaggio, del quale le donne erano ovviamente sprovviste. A quel punto scattava la "ritorsione": le ragazze venivano private del passaporto, segregate in casa e costrette con violenza e minacce a prostituirsi in strada, al punto che le ragazze uscivano dalla loro "prigione" solamente per essere portate nelle zone dove avrebbero dovuto prostituirsi, sotto stretta sorveglianza. Il denaro, poi, veniva loro sequestrato e le ragazze continuamente picchiate e minacciate. Finché alcune di esse non sono riuscite a liberarsi e contattare le forze dell'ordine, facendo partire le indagini che hanno portato ai due arresti delle scorse ore.

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