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Il patto elettorale, la spaccatura e il progetto di attentato: la vicenda Alfieri-Squecco nell’inchiesta di Salerno

A Franco Alfieri, arrestato nuovamente oggi dopo l’arresto dello scorso ottobre, viene contestato un patto con un pregiudicato locale, Roberto Squecco, per ottenere voti per la sua elezione del 2019. Patto parzialmente disatteso, per il quale il pregiudicato aveva progettato anche un attentato contro Alfieri.
A cura di Valerio Papadia
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Franco Alfieri (a sinistra) e Roberto Squecco
Franco Alfieri (a sinistra) e Roberto Squecco

Un nuovo terremoto ha investito Franco Alfieri, ex sindaco di Capaccio Paestum ed ex presidente della Provincia di Salerno, dimessosi dai suoi incarichi successivamente all'arresto avvenuto lo scorso ottobre per presunti appalti truccati. Ebbene, Alfieri è stato arrestato nuovamente oggi nell'ambito di una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Salerno per scambio elettorale politico mafioso; Alfieri è finito ai domiciliari, misura alla quale era già sottoposto dopo il precedente arresto. Nel complesso, sono 10 gli indagati, accusati anche, tra le altre cose, di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso.

Nella fattispecie, le indagini, durate due anni, hanno permesso di fare luce sull'elezione di Alfieri a sindaco di Capaccio Paestum nel 2019, facendo luce su un patto che sarebbe intercorso tra il candidato sindaco con il pregiudicato capaccese Roberto Squecco, condannato in via definitiva per associazione a delinquere di tipo mafioso in quanto ritenuto vicino al clan Marandino, e con la moglie di quest'ultimo, Stefania Nobili, all'epoca dei fatti contestati consigliere comunale a Capaccio Paestum. Secondo gli inquirenti, Alfieri avrebbe barattato la raccolta di voti in suo favore, promettendo a Squecco il mantenimento nelle sue disponibilità della struttura denominata Lido Kennedy, all'epoca dei fatti già gravata da provvedimenti ablatori.

Il patto disatteso e l'attentato progettato nei confronti di Alfieri

A causa della sua pericolosità per la pubblica incolumità, però, il Lido Kennedy venne parzialmente abbattuto dall'amministrazione comunale guidata da Alfieri, eletto quindi nel 2019 a sindaco di Capaccio Paestum. Pertanto Roberto Squecco, ritenuto ormai violato il patto, servendosi di persone a lui vicine, ovvero di un agente della Polizia Locale, Antonio Bernardi e di un dipendente dell'Ufficio Cimiteriale, Michele Pecora, fece minacciare l'allora assessora alle Politiche Sociali, Mariarosaria Picariello, che riportò poi le minacce al sindaco Alfieri.

Sempre intenzionato a "punire" Franco Alfieri, stando a quanto emerso dalle indagini, Squecco avrebbe incontrato tre uomini di Baronissi – Antonio Cosentino, Domenico De Cesare e Angelo Genovese – per organizzare un attentato dinamitardo ai danni di Alfieri; l'agguato non sarebbe andato a buon fine soltanto per un mancato accordo tra Squecco e i tre uomini nei confronti dei quali, in fase di indagine, è stato contestato il possesso di esplosivi e armi da guerra. Dalle intercettazione è emerso, inoltre, il tentato omicidio posto in essere da De Cesare nei confronti di Genovese.

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