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Guerra in Ucraina

Il lungo viaggio dei bimbi ucraini in fuga dalla guerra: 20 chilometri a piedi fino al confine. Ora sono a Napoli

Dopo 3 giorni di viaggio arrivano gli autobus dal confine tra Polonia e Ucraina. Molti bambini che si ricongiungono ai loro familiari. “Grazie al popolo italiano”.
A cura di Antonio Musella
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Sono partiti sabato da diversi villaggi dell'Ucraina, sono i circa 50 passeggeri del bus che è arrivato a Napoli nella tarda mattinata di oggi dal confine polacco. A bordo ci sono i profughi della guerra, quasi tutti hanno parenti o amici in Italia e sono arrivati qui per mettersi al riparo dalle bombe. Una volta varcato il confine in maniera rocambolesca sono stati accolti dai volontari polacchi che se ne sono presi cura. Li hanno accolti e rifocillati, in attesa che un autobus li portasse in Italia.

All'arrivo dell'autobus, scene che spaccano il cuore. Ci sono tantissimi bambini che riabbracciano i parenti, fratelli e sorelle che si ricongiungono. I più piccoli hanno quasi sempre un peluche, orsacchiotti principalmente, dono dei volontari polacchi che li hanno accolti oltre il confine.

Le piccole Ana e Elizabeth, a piedi lungo il confine

Maria vive in Italia, sua sorella e suo cognato sono in Ucraina. E' partita dall'Italia per raggiungere il confine tra Polonia e Ucraina per attendere l'arrivo dei suoi nipoti e dei suoi due figli. I suoi bambini, Sofia e Yuri sono stati accompagnati al confine mentre le sue due nipoti Ana ed Elizabet ci sono arrivate a piedi. "Hanno camminato a piedi per più di 20 Km da soli – spiega Maria a Fanpage.it – sono stati aiutati da una persona che non conoscevano che li ha guidati fino al confine".

Arrivati in Polonia Maria ha recuperato tutti e quattro, e così Sofia, Yuri, Elizabet e Ana sono salite sull'autobus che li ha portati fino a Napoli. "C'è paura, per la più piccola è stato uno stress enorme, un viaggio lunghissimo, per due giorni non hanno mangiato, arrivate in Polonia i volontari le hanno dato vestiti nuovi, perché erano tutte bagnate" racconta Maria. Il loro papà è a combattere al fronte, loro dovevano essere messe al sicuro. Tra i profughi c'è chi arriva anche da Donetsk, una delle repubbliche separatiste che ha votato l'indipendenza dall'Ucraina e che ora sono occupate dall'esercito di Putin. "Appena hanno iniziato a bombardare l'aeroporto di Donetsk abbiamo deciso di partire" ci dice una donna stremata dai giorni di viaggio. "Ho due figlie di 19 anni e 7 anni, qui abbiamo amici e per questo abbiamo scelto di venire qua".

"Tanti al confine con i bimbi in braccio"

Marta è ucraina ma vive in Italia da alcuni anni, è lei a capo della macchina della solidarietà che sta muovendo gli autobus dall'Italia per andare al confine tra Polonia e Ucraina a mettere in salvo i profughi che hanno parenti e amici qui in Italia. "Sono una semplice volontaria – spiega – la mia faccia fa capire l'esperienza che abbiamo vissuto, sulla frontiera ucraina ci sono tante persone con i bambini in braccio. Fortunatamente c'è organizzazione, nella regione di Liv (Leopoli ndr) c'è una relativa calma. Sono tantissime le persone che stanno scappando dalla frontiera, i volontari polacchi prendono le persone anche con le macchine per portarle via velocemente". Ma nonostante la relativa calma nell'ovest del paese, proprio su quella frontiera arrivano tutte le persone che stanno scappando da ogni parte dell'Ucraina.

" Stamattina bisognava camminare 25 Km a piedi e poi 50 Km in auto per poter attraversare la frontiera – racconta Marta – Siamo partiti sabato mattina e dopo tre giorni siamo qui". Complessivamente quindi chi deve attraversare la frontiera deve fare gli ultimi 75 km con mezzi di fortuna.  Un uomo riabbraccia i suoi parenti, tra cui la nipote di 2 anni, li carica in macchina e le lacrime prendono il sopravvento. Si avvicina ai giornalisti per un ringraziamento: "Grazie al popolo italiano per quello che state facendo – ci dice –  grazie per averci fatto accogliere i nostri parenti, ora verranno a casa con me, saremo in 12 persone". Il prossimo autobus è atteso per dopodomani. La guerra produce paura, disperazione, morte e miseria. Chi scappa dalla guerra, dall'Ucraina come in ogni altra parte del mondo, cerca innanzitutto umanità.

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