“Vi racconto mia madre Teresa, uccisa per aver fatto condannare l’uomo che mi ha abusata”
Quando aveva otto anni Alessandra ha subito abusi sessuali da un vicino di casa. Non appena sua madre lo ha scoperto ha denunciato Enrico Perillo e lo ha fatto condannare. L'incubo sembrava finito, invece, dal carcere, Perillo ha ordinato l'omicidio della mamma coraggio. Oggi, dieci anni dopo l'assassinio di Teresa Buonocre, mamma coraggio di Portici, la figlia Alessandra racconta a Fanpage quei terribili fatti.
Dopo la tragedia, qualcuno di ‘importante' ha voluto che tu e la tua famiglia lasciaste Portici
"Due mesi dopo la morte di mia madre, l'allora sindaco di Salerno, l'attuale governatore Vincenzo De Luca, ci ha convocato e ci ha detto che voleva venissimo a vivere a Salerno. Ha offerto un lavoro a mia zia nell’amministrazione comunale di Salerno e la casa in cui viviamo. Non sapevamo se avremmo voluto stravolgere completamente le nostre vite, ma ora ne siamo felici. Salerno è bellissima e accogliente".
Un altro evento ha stravolto le vostre vite, l'assassinio di tua madre
Quel giorno è stato surreale. Avevo 13, quasi 14 anni, iniziavo il liceo e quando sono rientrata ho trovato la casa piena di gente. A me era stato detto che aveva avuto un incidente, ma ero con la testa altrove, non volevo capire, non capivo. A casa della zia, la sera, sono riuscita a cercare su internet poche notizie confuse, poi ho avuto la conferma.
L'assassinio è stato commissionato dall'uomo che tua madre ha fatto condannare e che vi aveva già minacciato. Avevate paura?
"Avevo paura che lui potesse far del male a mamma, anche se era in carcere. ‘No Ale, no – mi tranquillizzava lei – non mi succede niente, perché se mai Perillo dovesse far alzare un dito contro di noi, sarebbe il primo sospettato. Chi sarebbe così stupido da andare fino in fondo a queste minacce?'".
Minacce antiche. Sei anni prima ti aveva detto che avrebbe ucciso tua madre se avessi rivelato gli abusi. Te la senti di raccontarlo?
"Sì. All'epoca avevo 8 anni, giocavo con le figlie gemelle del Perillo, erano come sorelle. La loro nonna abitava nel nostro palazzo, a Portici. Loro sono stati ospiti da lei finché non hanno terminato le ristrutturazioni in casa e fin quando sono andata a giocare con le bambine dalla nonna, sono stata al sicuro. Il primo giorno in cui è stata inaugurata la casa appena ristrutturata, purtroppo, è stato il primo giorno di abusi".
Come hai reagito? Avevi solo otto anni
"Dopo che è successo non ci sono andata per un mese. Non sapevo che quello che mi aveva fatto fosse sbagliato, ero troppo piccola. Sapevo solo che era qualcosa che no mi andava di fare. Poi ci sono tornata perché volevo bene alle bambine ma pensavo che non sarebbe ricapitato. Invece è successo di nuovo ed è stato anche peggio".
Non ne hai parlato a tua madre?
"No, perché ero spaventata, mi aveva detto che se avessi parlato con qualcuno l'avrebbe uccisa".
Allora come sono emersi gli abusi?
"Un giorno siamo state chiamate dal consultorio di Portici, ufficialmente, per un sondaggio sui bambini con papà stranieri (mio padre è di Santo Domingo). Al consultorio invece sapevano tutto, avevano ricevuto una segnalazione anonima".
Anche prima della denuncia siete state vittima d'intimidazione.
"Sì. Prima che mia madre scoprisse tutto, istintivamente, aveva deciso di non mandarmi più a giocare con le bambine del Perillo. Qualcuno diede alle fiamme la nostra porta di casa. Il giorno dopo lui mi fece chiamare dalle figlie per chiedere come stavo, non appena sentii la sua voce capii che era stato lui".
Che ruolo ha avuto la moglie di Perillo?
"Era sempre fuori a lavoro e non è mai accaduto niente quando era in casa, ma non mi sento di dire che non immaginasse. Ci ho pensato tanto e mi sono detta. ‘Ok, ammettiamo che non lo sapesse, ma quando lo ha scoperto? Perché non ha preso le distanze?'.
Al processo site state colpevolizzate. Perillo ha insinuato che tua madre avesse agito per soldi.
"Se avessimo voluto denunciare per soldi, avremmo accettato la sua prima offerta. Ci aveva proposto 125mila euro per ritirare la denuncia di pedofilia. Non li abbiamo accettati".
Tua madre ha perso la vita per proteggerti, per tutti è un'eroina, ma so che tu pensi a lei in modo diverso.
"Per me è solo mia madre. Quando ha denunciato Perillo mia madre non ha pensato ‘ora tutti mi vedranno come una donna grandiosa’. Ha fatto quello che una madre o un padre fanno per proteggere i figli. Il problema è che in un mondo senza pedofili non ci sarebbero mamme coraggio ed eroine".
Hai 24 anni, cosa farai ‘da grande'?
"L'hanno prossimo mi laureo. Sogno di avere un lavoro, a Salerno o anche fuori. Mi rendo conto, nonostante tutto, di essere stata molto fortunata, lo capisco oggi. Mia zia si è fatta carico di tutto. Ha sostenuto e protetto me e mia sorella e probabilmente non ha avuto mai neanche il tempo reale di piangere sua sorella. La mia famiglia mi ha dato così tanti motivi per vivere, che era impossibile arrendersi".