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Vesuvio, navi crociera e agenzie viaggi lo cancellano dai tour. Caos sul bando per vendere i ticket

Nel nuovo regolamento l’Ente Parco chiede ai rivenditori il pagamento di 900 euro per poter distribuire i ticket.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La visita al Gran Cono del Vusuvio cancellata da navi da crociera, agenzie di viaggio e tour operator. Una forma di protesta contro il nuovo sistema di vendita dei ticket messo in piedi dall'Ente Parco, che chiede ai rivenditori il pagamento di 900 euro il primo anno, 700 euro il secondo, per poter commercializzare i biglietti. Il nuovo regolamento per l’attivazione della licenza “b2b” dedicata al mercato business per l’acquisto dei titoli di accesso al sentiero numero 5 “Gran Cono del Vesuvio” è stato pubblicato il 17 gennaio scorso. Ed è scoppiata la polemica da parte degli operatori delle agenzie di viaggi, dei tour operator e dei bus turistici.

Assoturismo Confesercenti Napoli, in una nota al Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio firmata da Roberto Pagnotta e Gennaro Lametta, parla di un "intollerabile pagamento", "le compagnie crocieristiche, in particolare Costa e MSC, nonché le tedesche Aida e Mein Schiff – scrivono – le uniche a riprendere le attività già nell’agosto 2020, hanno deciso di rimuovere le escursioni al Gran Cono del Vesuvio dai tour venduti a bordo, per non fare menzione circa gli altri Tour operator che hanno sempre lavorato con il Vesuvio e che, allo stesso modo, hanno deciso di rimuovere dalle loro principali attrazioni le attività escursionistiche sul Gran Cono". Tra le varie problematiche sollevate, l'impossibilità di acquistare i biglietti direttamente sul Gran Cono, visto che non c'è una biglietteria fisica e l'accesso al sito web è molto difficile non essendoci connessione wi-fi ed essendo la copertura della rete molto bassa se non assente del tutto per i cellulari. Ma anche gli scarsi servizi offerti all'utenza, come i bagni pubblici.

Assoturismo: "Troppi 900 euro per vendere i ticket"

Per Assoturismo Confesercenti Napoli, "il Regolamento conferma l'inconcepibile richiesta di pagamento (900 euro) al fine di poter vendere i biglietti per il Parco (vendita affidata al consorzio Arte-m net); nonché il vincolo del biglietto nominativo. L’inserimento dei codici ATECO delle attività che possono accedere alla piattaforma B2B denota la totale imperizia di chi ha redatto il suddetto Regolamento. Si procede ad autorizzare le società di Rent car cod. ATECO 77.11, mentre nulla viene disposto circa le attività di noleggio autobus e vetture con conducente, attività turistiche vere e proprie, così come confermato dall’ISTAT in esecuzione dell’art. 182 legge 17 giugno 2020 n. 77″. E, ancora, "Perché la vendita è stata affidata esclusivamente ad Arte’m net attraverso la sua consorziata Vivaticket? Perché dopo due anni di confronti si è ritornati al punto di partenza? Perché al fine di procedere alla vendita dei biglietti di ingresso, per cui non si configura nemmeno la possibilità di guadagnare una percentuale, bisogna anche pagare? Perché nulla è stato fatto per rendere più agevole la permanenza in loco dei turisti?".

Foa (Adv Unite): "Serve un confronto con l'Ente Parco"

Per Cesare Foa, Adv Unite, l'associazione delle agenzie di viaggio, "occorre un confronto istituzionale con l'Ente Parco Vesuvio per studiare soluzioni condivise. Si potrebbe pensare, ad esempio, a esentare dal pagamento i soggetti che riescono a vendere un certo numero di biglietti ai visitatori".

Venanzoni: "Basta caos, l'Ente Parco intervenga"

"Le richieste da me più volte rivolte ai vertici dell'ente Parco Vesuvio sono rimaste inascoltate, al pari degli appelli che provengono dal mondo del turismo. Le mie proposte restano invariate: una gestione più semplice dei gruppi turistici, l'istallazione di una biglietteria fisica all'ingresso del parco, ma anche la creazione di bagni, poiché mancano i servizi igienici. Senza trascurare una maggiore copertura della rete telefonica in tutta l'area del Vesuvio, considerando che alcuni chilometri sono completamente scoperti". Così Diego Venanzoni, consigliere regionale della Campania.

"Amare il Vesuvio e allo stesso tempo rispettare i turisti è semplice, cominciando con la semplificazione del sistema di prenotazione delle visite dei gruppi organizzati" aggiunge Venanzoni. "L'introduzione del software ha creato non pochi disagi economici a chi opera nel settore del turismo, oltre a negare molto spesso l'accesso al cratere a chi non era riuscito a prenotare online. In una fase storica così delicata come quella attuale, la Regione Campania non può permettersi di perdere alcun segmento di turismo" conclude il consigliere regionale".

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