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Vesuvio, le colate di fango di un’eruzione investirebbero quasi tutta la Piana Campana: i risultati degli studi

Tre studi, realizzati dall’INGV e da diverse università, hanno analizzato, sulla base delle precedenti eruzioni del Vesuvio, i potenziali effetti devastanti delle colate di fango che si genererebbero da un’eventuale nuova eruzione.
A cura di Valerio Papadia
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L'eruzione del Vesuvio del 1944
L'eruzione del Vesuvio del 1944

Una eventuale nuova eruzione del Vesuvio costituirebbe un pericolo per quasi tutta la Piana Campana: colpa delle colate di fango, flussi generati dai materiali espulsi dal vulcano misti a grosse masse d'acqua. A rilevare i pericoli delle colate di fango – tra i fenomeni più pericolosi conseguenti a un'eruzione – del Vesuvio sono stati tre recenti studi pubblicati sulla rivista specializzata Solid Earth ed effettuati dall'INGV e dalle Università di Pisa, Bari, Torino e di Heriot-Watt, nel Regno Unito.

Gli studi hanno preso in esame le eruzioni del Vesuvio del 427 e del 1631 per delineare i possibili effetti, devastanti, delle colate di fango sull'area intorno al vulcano partenopeo, oggi di gran lunga più densamente abitata rispetto a quando si sono verificate le eruzioni prese come riferimento. Secondo gli studiosi, come detto, particolarmente a rischio di essere investita dalle colate di fango sarebbe la quasi totalità della Piana Campana, ovvero quell'area pianeggiante, molto vasta, che va dal Garigliano (al confine tra Lazio e Campania) fino alla Penisola Sorrentina e che include, appunto, anche il Vesuvio e i Campi Flegrei, i due vulcani napoletani.

Inoltre, uno dei tre studi ha messo a punto una serie di mappe di pericolosità probabilistica, con le relative incertezze legate anche alle differenti possibili condizioni ambientali come il vento, dei pericoli di colate laviche nell'intera area.

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