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Vesuvio e Campi Flegrei visti dallo spazio: la foto dell’astronauta è uno spettacolo

L’astronauta danese Andreas Mogensen, a bordo della Stazione spaziale internazionale, ha fotografata il Vesuvio e la caldera dei Campi Flegrei, raccontando un po’ di storia dei due vulcani partenopei.
A cura di Valerio Papadia
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Il profilo del Vesuvio – e del Monte Somma annesso – che si staglia sul Golfo di Napoli, è inconfondibile e riconoscibile, tanto da essere a tutti gli effetti uno dei simboli della città. Più insolita è la vista del vulcano dall'alto, addirittura dallo spazio: ce ne regala un'immagine davvero spettacolare e suggestiva l'astronauta danese Andreas Mogensen che, a bordo della Stazione spaziale internazionale, ha ripreso dall'alto proprio il Vesuvio e la caldera dei Campi Flegrei, spiegando brevemente anche la storia dei due vulcani partenopei.

Mogensen, su Instagram, attraverso il suo profilo e quello dell'ESA (l'Agenzia spaziale europea), a corredo della foto ha scritto:

La maggior parte dei vulcani che ho ripreso dalle telecamere sono stati nell'anello di fuoco del Pacifico, lontano da chiunque. Questo è diverso: Monte Vesuvio, vicino Napoli in Italia. Fu creato dalle placche tettoniche africane ed eurasiatiche in collisione, dove si formò un anello di vulcani nel sud dell'Italia, chiamato arco vulcanico campano, dove il Vesuvio è uno dei più attivi e conosciuti. I terreni alle pendici del vulcano sono ricchi di minerali, dove i pomodori vengono coltivati e sono famosi per il loro sapore intenso. Non vedo l'ora di provare di nuovo verdure fresche dopo 6 mesi a bordo della Stazione Spaziale

L'astronauta danese, poi, si concentra anche sui Campi Flegrei, il supervulcano che domina la zona occidentale di Napoli, Pozzuoli e le altre città flegree, accennando anche la bradisismo, il fenomeno sismico che caratterizza l'area:

Sul versante Ovest di Napoli si trovano i Campi Flegrei, zona molto attiva al momento, dove il terreno sputa fumi di zolfo e si è alzato di circa 15 cm in un anno. Lo scorso settembre la zona ha visto circa 200 terremoti, la maggior parte troppo piccoli per fare danni, ma indicativi della quantità di attività sismica nella regione

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