Vestiti di seconda mano sporchi, venduti come nuovi a Roma e Milano: la scoperta a Ercolano
A Ercolano, nella provincia di Napoli, i militari della Guardia di Finanza della compagnia di Portici hanno scoperto una illecita attività di recupero di vestiti di seconda mano, che venivano venduti non soltanto privi di igienizzazione e sanificazione, in contravvenzione alle vigenti norme anti-Covid, ma venivano spacciati come nuovi: per questo, la responsabile di un ingrosso di abbigliamento e accessori, una donna di 39 anni residente proprio a Ercolano, è stata denunciata alla competente Autorità Giudiziaria per frode in commercio e per violazioni al Testo Unico sull'Ambiente.
I vestiti usati venduti con etichetta nuova
I militari delle Fiamme Gialle hanno effettuato la scoperta nel corso di controlli quotidiani volti a verificare il rispetto delle norme anti-contagio: l'attività illecita è stata scoperta in un opificio di Ercolano, utilizzato come attività di commercio all'ingrosso, recupero e trattamento di abiti di seconda mano. Come detto, questi venivano messi in commercio privi di adeguata sanificazione e igienizzazione, ma non soltanto: la proprietaria dell'attività provvedeva a riconfezionare e imbustare i vestiti usati, dotandoli di etichetta nuova e quindi spacciandoli come tali nei negozi di Roma e Milano. Oltre a denunciare la 39enne, i finanzieri hanno provveduto a sequestrare l'intera attività, un'area di circa 110 metri quadri, oltre che a tre tonnellate di abiti e accessori di seconda mano.