Famiglia di Verona in vacanza a Napoli critica la città. Ma succede qualcosa che gli fa cambiare idea
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Negare i problemi di Napoli e far finta che sia in assoluto bella e vivibile, reca un gran danno alla città. Lo scriveva Guglielmo Peirce negli anni Cinquanta: «Sono napoletano e parlo male di Napoli, non ho motivo di vergognarmene. Sono del parere che bisogna dire la verità a ogni costo; soprattutto quando queste verità sono dirette contro se stesso».
Tuttavia valutare, anzi giudicare, etichettare una città soltanto per la propria limitata esperienza tradisce una analisi degna di una recensione su Amazon, superficiale, sicuramente limitata ad una limitatissima porzione di tempo o di territorio.
La piccola analisi a mo' di preambolo è necessaria per introdurre la storia che segue, raccontata da un giovane consigliere di quartiere molto attivo nella zona del rione Sanità, Carlo Restaino. Sulla sua pagina Facebook ha raccontato di un «incontro ravvicinato del terzo tipo», con una comitiva di turisti, fra i tantissimi che ormai popolano la città in estate e non solo. Turisti provenienti da Verona.
Ora: fra Napoli e la città di Giulietta vi è un rapporto purtroppo guasto da anni. Motivo? Vicende calcistiche e da tifoserie che pretendono di trasformare i napoletani in "soldati" pronti alla guerra, in risposta a strali razzisti di altrettanti "soldati" veronesi. Risultato: non corre buon sangue e si fa il pieno di pregiudizi, dall'una e dall'altra parte.
I turisti veronesi del racconto del consigliere municipale si stavano godendo un po' di mare. Inevitabile sulla spiaggia ascoltare i discorsi altrui:
Stamattina mentre ero a mare sento dei turisti (poi scoperti Veronesi) parlare male di Napoli e dei napoletani.
Perché? Perché nel transitare per Napoli hanno visto quattro persone a bordo di un motorino, con bambini piccoli.
Oppure persone con lo scooter sul marciapiedi, ma anche spazzatura per le strade ma tanto e tanto ancora.Per poi chiudere il discorso dicendo «però la pizza è buona» quasi come presa in giro.
La regola (sbagliata) che spesso applica chi è nato e vive a Napoli è : solo chi ci vive può parlare male di questa città. Fatto sta che sentirne parlare male così ferisce. Soprattutto se si è venuti in vacanza proprio all'ombra del Vesuvio, quindi evidentemente qualcosa la si apprezza.
Questa vicenda però prende una piega inaspettata. Racconta ancora Carlo Restaino:
Io sono stato zitto perché parlare con queste persone a volte lo reputo inutile.
Ma il caso ha voluto che qualche ora più tardi la persona in oggetto venisse punta da una tracina (il cosiddetto ‘pesce ragno', la cui puntura è molto dolorosa ndr).
Io ero in acqua e lui zoppicava e cercava aiuto.Allora io mi sono avvicinato e l'ho accompagnato tenendolo con il suo braccio al mio collo sopra il lido, prima gli ho fatto mettere il piede nella sabbia bollente poi sono andato in un ristorante lì vicino per disinfettarlo.
L'epilogo è di quelli che generano poi discussioni sui social network. L'uomo accudito e curato ringrazia educatamente.
Ma il consigliere non dimentica le parole di mezz'ora prima:
Lui mi guarda e mi dice "Grazie per l'aiuto, sei stato molto gentile… come ti chiami?".
Io gli rispondo e non sto scherzando: "Non ha importanza il mio nome, quello che devi sapere è che sono Napoletano doc, perché noi Napoletani siamo soprattutto questo".Lui mi guarda incredulo e senza parole.