Verdesca venduta a tranci come squalo palombo, denunciato pescivendolo di Agropoli

Un esemplare di verdesca, specie protetta, pescato alla foce del Sele, era finito a tranci sui banconi di una pescheria di Agropoli e venduto come il più comune squalo palombo. Lo hanno scoperto i carabinieri del nucleo Cites di Salerno, che per questo motivo hanno denunciato il titolare di una pescheria di Agropoli; l'uomo, che dovrà rispondere di frode in commercio, è stato anche multato per 450 euro per il mancato tracciamento.
Gli accertamenti dei militari erano stati avviati dopo aver appreso della cattura, alla foce del fiume Sele, di un raro esemplare di squalo volpe, anche quello specie protetta e non comune nel Mediterraneo. L'episodio, risalente a pochi giorni fa, aveva destato scalpore e anche sui social erano finite le fotografie del grosso pesce catturato; a sorprendere, soprattutto, l'iniziale attribuzione alla specie dello squalo volpe, diffuso nei mari tropicali. La documentazione fotografica eseguita da Massimiliano Bottaro e Claudia Gili della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli ha stabilito che non si trattava di uno squalo volpe ma di una verdesca, o squalo azzurro, più comune ma di recente incluso negli elenchi delle specie in pericolo di estinzione.
Lo squalo era stato venduto ad una pescheria di Agropoli. I militari, ispezionando l'attività, hanno appurato che era stato già preparato per la vendita: era stato diviso in tranci ed esposto come squalo palombo; sono finiti sotto sequestro 26 chili di carne, già in porzioni. Le successive analisi, eseguite all'Istituto Zooprofilattico Meridionale di Portici, hanno confermato che si trattava di una verdesca.
