Il duplice omicidio di Gigi e Paolo a Pianura, vittime innocenti, scambiati per uomini del clan
Quella sera del 10 agosto 2000 Luigi Sequino era in macchina sotto casa sua con l'amico Paolo Castaldi, si erano fermati a parlare delle vacanze. Estate inoltrata, sarebbero partiti di lì a poco. Poi, il rumore degli spari. Trucidati, entrambi. Avevano venti e ventuno anni. Le prime indagini si mossero nel campo della criminalità organizzata, perché la dinamica era proprio quella di un agguato di camorra. Poi è venuta fuori la verità: quei due ragazzi, incensurati, erano stati uccisi per errore.
Gigi e Paolo erano stati scambiati per guardaspalle di Rosario Marra, genero del capoclan Pietro Lago, a premere il grilletto era stato un commando di fuoco del rivale clan dei Marfella-Pesce per vendicare la morte di un affiliato, Vincenzo Giovenco, ucciso il 31 luglio precedente.
La verità su quel duplice omicidio è stata rivelata da due pentiti. Nel 2008 la terza sessione della Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato la condanna all'ergastolo per i cugini Pasquale ed Eugenio Pesce, individuati come esecutori materiali; di quel commando avrebbe fatto parte secondo le indagini anche Carmine Pesce, ucciso prima che cominciasse il processo.
Oggi Gigi e Paolo continuano a vivere grazie all'associazione "Le voci di Gigi e Paolo", fondata da Vincenzo Sequino e col sostegno dei genitori di Paolo, e la casa del boss Luigi Pesce, da cui partì il commando di fuoco, è dal 2013 la Casa del Giovane: un progetto di laboratori di fotografia, ceramica, teatro e altre attività dedicate ai ragazzi del quartiere. Dal 2000 la strada in cui sono stati uccisi è stata intitolare a loro.