Venice Kristyn si laurea contro ostacoli e pregiudizi: “Non mi arrenderò mai”

Le hanno consigliato di cambiare scuola, di cambiare città, ma Venice non si è arresa e ha raggiunto il suo traguardo: una laurea in Scienze dell’Educazione.
A cura di Peppe Pace
506 CONDIVISIONI
Venice Kristyn Russo, neo laureata in Scienze dell'Educazione / foto P. Pace  Fanpage.it
Venice Kristyn Russo, neo laureata in Scienze dell'Educazione / foto P. Pace  Fanpage.it

Per tutta la sua vita, Venice Kristyn Russo ha dovuto combattere per realizzare i suoi obbiettivi, i suoi sogni. Ha dovuto abbattere l'arroganza e i pregiudizi degli adulti che hanno sempre tentato di scoraggiarla, a differenza dei suoi coetanei che l'hanno sempre accolta e sostenuta. Grazie al suo impegno e all'aiuto di sua mamma Gheta, Venice è riuscita a laurearsi in Scienze dell'Educazione all'università Suor Orsola Benincasa con 92 su 110, portando una tesi sul teatro: "Il teatro è la mia vita, è lo specchio della mia infanzia – racconta Venice – fin da piccola ho studiato danza, ballo, recitazione".

Non abbiamo deciso di occuparci di Venice solo perché si è laureata, il primo caso di una persona con sindrome di Down che è riuscita a conseguire una laurea in Italia risale al 2009. Sono state le parole di Gheta Valentino, mamma di Venice, a farci ritenere doveroso accendere i riflettori sul tema dei pregiudizi e della mancanza di volontà (spesso travestita da rassegnazione) che alcuni adulti, compresi rappresentanti delle istituzioni, hanno mostrato in relazione al caso di Venice, a partire dal liceo: "Venice ha seguito un percorso scolastico molto sereno, conseguendo risultati incredibili rispetto alle difficoltà incontrate, grazie all'ottimo lavoro dei docenti ed agli straordinari insegnamenti del nonno, che l'ha seguita con amore immenso – racconta Gheta – non è stato così durante i due anni conclusivi della scuola secondaria di primo grado, durante i quali la stessa presenza di Venice in classe è stata osteggiata dall'insegnante di sostegno che ha avuto sempre per lei parole di disprezzo e rimprovero, influenzando anche altri colleghi e incrinando il rapporto tra Venice e i suoi compagni. Sul nostro cammino abbiamo incontrato anche un dirigente scolastico che addirittura ci consigliò di cambiare città, altrimenti Venice non avrebbe avuto opportunità".

Troppo spesso ancora oggi le persone con sindrome di Down sono viste come handicap più che come persone, questa è la percezione che ancora oggi troppe persone, soprattutto adulte, hanno. Se solo gli adulti riuscissero a vedere con gli occhi dei ragazzi, molte barriere sarebbero abbattute e Venice non rappresenterebbe un caso, una mosca bianca, ma la sua presenza sarebbe perfettamente integrata nel tessuto sociale, senza bisogno dei miracoli di parenti e amici. "Mai più nessun genitore – conclude Gheta – deve sentirsi dire che per dare una possibilità a suo figlio deve andare altrove, le possibilità di una piena realizzazione devono esistere qui ed ora". Nel frattempo Venice ha già deciso che continuerà a studiare anche dopo la laurea: "Farò un master di teatro, perché io non mollo mai".

506 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views